Whirlpool, licenziamenti ereditati da Indesit
Gli esuberi della multinazionale americana sono 400, gli altri 950 erano già stati previsti nel 2013 e "congelati" dal gruppo di Fabriano con i contratti di solidarietà

Il piano industriale presentato al Mise (Ministero dello sviluppo economico) dai dirigenti Whirlpool prevede 400 licenziamenti. In realtà, subito dopo la presentazione, si è parlato di 1.350 esuberi, cifra che comprende i 950 lavoratori che Indesit aveva già previsto in esubero nel 2013 e “congelati” dal gruppo di Fabriano con i contratti di solidarietà, in attesa di passare la “patata bollente” agli acquirenti americani.
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Chiuderà lo stabilimento di Carinaro (Caserta), il centro di ricerca di None (Torino), mentre il sito di Albacina sarà accorpato a Melano (Ancona). Per la prima volta gli esuberi previsti da Whirlpool toccheranno in modo consistente gli impiegati, circa 150 lavoratori per lo più nell’area progettazione, di cui 45 del centro di None, il resto distribuiti tra Fabriano, Cassinetta e Comerio. Numero che però potrebbe essere destinato ad aumentare entro il giugno prossimo.
Il piano prevede anche un cambio nella produzione nello stabilimento di Cassinetta, confermato dalla multinazionale polo europeo dell’incasso, ma dove non si faranno più i piani cottura a gas ed elettrici, che andranno a Fabriano, per aumentare invece la produzione di frigoriferi – che prima si facevano a Carinaro – e soprattutto di microonde che Indesit acquistava in Cina. Whirlpool vuol riportare in Italia anche tutta la progettazione del lavaggio oggi fatta in Germania, concentrando in questo modo la produzione su due poli principali, Fabriano e Cassinetta, ed evitare così lo spezzatino produttivo in previsione della crescita del mercato europeo dell’elettrodomestico.
Sono previsti investimenti complessivi per 500 milioni di euro nei prossimi 4 anni che avranno una ricaduta sulla politica occupazionale della multinazionale che ha in previsione 280 assunzioni aggiuntive a tempo indeterminato compresi gli attuali 150 interinali e contratti a termine impiegati nello stabilimento di Cassinetta nel reparto microonde. «È un piano industriale serio – commenta Mario Ballante segretario della Fim Cisl – che però fa pagare prezzi sociali immediati e troppo alti, soprattutto in aree già sofferenti dal punto di vista socioeconomico».
Secondo Stefania Filetti, segretario provinciale della Fiom Cgil, il prossimo incontro previsto per lunedì 20 aprile a Roma sarà determinante per capire alcuni aspetti ancora poco chiari. «Il piano presentato da Whirlpool – spiega la sindacalista – non risponde ad alcune domande, una delle quali è fondamentale: perché se si vogliono riportare in Italia alcune lavorazioni oggi fatte all’estero, se si parla di ricerca e sviluppo, di nuove piattaforme, nuovi prodotti e nuova occupazione, si chiudono Caserta e Torino? Aspettiamo di capire meglio».
Anche la rsu di Fim, Fiom e Uilm di Whilrpool sospende il giudizio complessivo sul piano industriale in attesa del prossimo incontro tra le parti sociali, ma sin d’ora esprime un giudizio fortemente negativo sulla chiusura dei due stabilimenti, manifestando «piena solidarietà concreta ai lavoratori che rischiano il posto di lavoro».
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