Contro la Buona scuola, si bloccano gli scrutini
Per protestare contro la riforma, i docenti annunciano l'astensione di un'ora nelle operazioni di scrutinio. Il sindacato CUB contesta gli annunci del Governo e chiede impegni seri

Mentre slitta di 15 giorni il voto sulla Riforma della scuola, i docenti proseguono nelle loro manifestazioni di dissenso attraverso il blocco degli scrutini.
Si tratta di uno sciopero breve di un’ora che interesserà ogni scrutinio di ciascuna delle classi non interessate agli esami conclusivi del ciclo.
In un comunicato, il sindacato CUB parla di adesione altissima ai primi blocchi effettuati nelle diverse scuole d’Italia: «Riteniamo inaccettabile che, in cambio della dovuta stabilizzazione dei precari, il Governo proponga un modello di scuola retrivo, in cui il dirigente ha potere di scelta e di giudizio sui docenti, in cui a scuola si può modificare tutto (curriculum, distribuzione delle materie, gruppi classe) purché non si gravi ulteriormente sulla finanza pubblica, in cui genitori e studenti si configurano sempre più come “clienti”. Respingiamo l’idea che per la scuola non ci siano mai soldi; Renzi, che da Berlusconi ha imparato a mentire metodicamente, dice che i soldi ci sono, ma basta analizzare da dove questi soldi provengono per capire che a scuola si tolgono soldi da una parte per collocarli da un’altra. Soprattutto, rifiutiamo l’idea che il nostro lavoro non venga più regolamentato da un CCNL e che, già all’entrata in vigore della “buona scuola”, qualsiasi aspetto contenuto nel nostro Contratto in contrasto con il testo del DdL sia considerato inefficace. Sappiamo ciò che stiamo rischiando: più lavoro e meno salario. Vogliamo tornare al dettato costituzionale: lo Stato trovi le risorse economiche per la sua scuola, la smetta di regalare centinaia di milioni di euro alla scuola privata, ritiri questo vergognoso disegno di legge e metta mano, invece, ad un serio piano di assunzione dei precari, al rinnovo di un contratto scaduto da sette anni, ad un meditato intervento sull’emergenza educativa».
«A Renzi diciamo che andremo avanti ad oltranza, sino al ritiro del DdL: se il governo vuole il nostro appoggio si occupi seriamente della scuola, almeno con lo stesso impegno e sforzo economico con cui si occupa delle spese militari. La Cub Scuola Università Ricerca rivolge a tutti i lavoratori della scuola un appello affinché facciano del loro luogo di lavoro una trincea in cui resistere contro un modello di società ingiusto e sempre più diseguale».
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