“Per i profughi anche i sindacati faranno la loro parte”
Cgil, Cisl e Uil invitano a mettere a disposizione strutture per accogliere i richiedenti asilo e annunciano: "Metteremo a disposizione squadre per manutenzione e pulizia"
E’ un comunicato che porta la firma dei tre grandi sindacati del nostro paese quello diffuso nelle scorse ore per parlare delle vicende legate all’accoglienza dei profughi. Cgil, Cisl e Uil rilanciano il messaggio del Prefetto per accogliere i profughi e annunciano di essere pronti a mettere a disposizione squadre di volontari per sistemare le strutture che saranno indicate. Ecco il comunicato integrale
La questione accoglienza profughi sta aprendo un grande dibattito nel paese per il flusso di profughi che costantemente arrivano sulle nostre coste e che vengono poi distribuiti nelle varie regioni italiane ed anche in provincia di Varese.
Anche nella nostra provincia l’arrivo di nuovi profughi comporterà uno sforzo organizzativo straordinario.
Riteniamo che il dibattito a cui abbiamo assistito in queste ultime settimane abbia preso la via delle troppe semplificazioni e delle posizioni ideologiche strumentali.
Occorre fare innanzitutto chiarezza per non cadere nella facile trappola dell’allarmismo che sta già attecchendo tra la gente e anche per dare risposte a quei cittadini che si sentono insicuri e che vivono una situazione di difficoltà dovuta alla crescente situazione di disagio sociale ed economico che stiamo attraversando.
Dare una speranza ai profughi non significa distogliere l’attenzione a chi nella nostra Provincia vive nella povertà o in situazione disagiata.
Abbiamo bene in mente le migliaia di lavoratori e lavoratrici che hanno perso il posto di lavoro e non riescono nemmeno a pagare il mutuo o l’affitto di casa, anche per tutte queste persone, occorre l’impegno di tutti per offrire loro una protezione sociale migliore.
Negare un rifugio ai profughi non risolverà comunque i problemi presenti nel nostro territorio, un territorio che a nostro avviso può dare una risposta di maturità sociale, basta volerlo.
I rifugiati nel mondo, come evidenziato nel Rapporto 2014 dell’Alto Commissariato dell’ ONU ha raggiunto i massimi livelli registrati sinora, e i numeri sono in rapida crescita. L’accelerazione è iniziata quando è scoppiata la guerra in Siria nel 2011, oggi si parla di 60 MILIONI in tutto il mondo. Persone che fuggono come è noto da guerre, conflitti e persecuzioni, che durante il viaggio subiscono ogni genere di sopruso, estorsioni, violenze, morte. Sappiamo dei rifugiati che giungono sulle nostre coste, sappiamo delle persone morte nel mediterraneo, ma di molti altri non sapremo mai.
Sono esseri umani come noi, solo nati in un altro luogo là piuttosto che qua e non lo hanno scelto. Per questo non possiamo rimanere indifferenti, come esseri umani e come persone impegnate socialmente. Le situazioni di guerra del Nord Africa e del Medio Oriente spingono alla fuga migliaia di persone in oggettivo pericolo di vita e al tempo stesso impediscono alle istituzioni internazionali di trovare soluzioni di ospitalità o accordi di protezione in loco ed è quindi praticamente inevitabile l’afflusso di un numero maggiore di profughi anche in Europa.
Ricordiamo però che l’Italia è al terzo posto in Europa per accoglienza profughi in cifra assoluta a pari merito con la Francia – davanti ci sono la Germania e la Svezia. Se guardiamo il rapporto tra profughi e popolazione scendiamo al 4° posto, dopo Svezia Ungheria e Germania.
I migranti presenti nelle strutture di accoglienza in rapporto alla popolazione regionale sono:
1 ogni 1511 abitanti in LOMBARDIA
1 ogni 1102 abitanti in EMILIA ROMAGNA
1 ogni 813 abitanti in UMBRIA
1 ogni 318 abitanti in SICILIA
1 ogni 1654 abitanti in VENETO
La posizione dell’unione europea che ha riconosciuto il principio della redistribuzione di una quota dei richiedenti asilo anche negli altri paesi europei a prescindere dal paese di approdo è un grande passo avanti verso il superamento della convezione di Dublino e verso una applicazione più coerente del principio di solidarietà tra i paesi dell’unione ma riceve troppi ostacoli nella sua reale applicazione.
In provincia di Varese sono accolti ad oggi 650 profughi in strutture gestite dal privato, dal privato sociale e da cooperative a seguito di bando della prefettura. Non ci risulta che ci siano stati problemi particolari di sicurezza o accadimenti gravi che si possano ricondurre alla presenza dei profughi.
Crediamo quindi che sia doveroso da parte di tutti: Istituzioni sociali, Comunità ed Istituzioni religiose, Amministrazioni Comunali, Associazioni di Volontariato e semplici cittadini, accogliere la richiesta lanciata più volte dal Signor Prefetto per mettere a disposizione strutture, appartamenti, anche per ospitare piccole comunità di profughi e per dimostrare che accogliere i profughi è possibile senza alcun trauma per la popolazione – ci sono paesi del nostro territorio in cui non ci accorgiamo neppure che il nostro vicino è straniero –
Per l’esperienza fatta finora anche a Varese, per i profughi, vivere in piccole comunità ed in piccoli gruppi, significa badare a se stessi, integrarsi più velocemente con il resto della società ed evitare i ghetti. E’ auspicabile quindi che prosegua nelle prossime settimane anche nella nostra provincia la solidarietà che molti cittadini in tutta Italia stanno dimostrando a tutto il paese ed anche all’Europa con una spinta umanitaria davvero forte che noi condividiamo.
Così come crediamo vadano ringraziati e si debba dare loro tutta la nostra solidarietà, i Sindaci e le Amministrazioni Comunali delle nostra Provincia che hanno accolto la richiesta del Signor Prefetto mettendo a disposizione appartamenti e soluzioni locative per accogliere i profughi, sopportando anche critiche da parte di chi non ha altro argomento che non la strumentalizzazione per opporsi all’accoglienza.
Come organizzazioni sindacali confederali CGIL CISL UIL siamo stati sollecitati dal Signor Prefetto e ci stiamo organizzando per mettere a disposizione gruppi di volontari che possano intervenire nelle strutture che il prefetto ci indicherà, qualora ci fosse la necessità di lavori di manutenzione e pulizia.
Nessun allarme dunque ma sicuramente la necessità di lavorare in sinergia con le istituzioni e gli Enti locali per riuscire a consolidare un sistema di accoglienza anche per la nostra provincia di Varese, questo potrebbe servire a rassicurare tutti i cittadini e costruire con loro una società e comunità accogliente, solidale e sicura.
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