Larghi: “Devi abbattere i muri se vuoi una ventata d’aria nuova”

La replica di Gerardo Larghi segretario della Cisl dei Laghi dopo le sue dichiarazioni sulle Camere di Commercio. «La polemica non mi fa paura ho posto una questione politica»

Gerardo Larghi cisl varese

Mario Puzo, autore del libro “Il padrino” (The Godfather, 1969),  avrebbe detto che Gerardo Larghi, segretario della Cisl dei Laghi, è uno a cui piace «andare ai materassi», cioè uno che non ha paura di andare alla guerra. Larghi, dopo le polemiche suscitate dalle sue dichiarazioni sul riordino delle Camere di Commercio, conferma questa sua determinazione perché non solo dice di non temere lo scontro, ma rilancia la sfida a chi lo critica. «Se qualcuno vuole strumentalizzare le mie parole – dice il segretario della Cisl dei Laghi –  non c’è problema perché sono in grado di sostenere la polemica anche per una settimana intera. Io ho posto un problema politico vero».

Larghi, il problema non lo ha creato il tema affrontato, ma i toni che lei ha usato nell’intervista?
«Era un’intervista televisiva e non un’intervista al cimitero».

Ritorniamo al problema che voleva sollevare.
«Il problema è il seguente: qual è l’utilità per il sistema economico e industriale delle camere di commercio per come sono oggi?State tranquilli, i  lavoratori non rischiano di essere licenziati perché la Cisl, pur aderendo alle riforme, ha sempre difeso i lavoratori. Basta prendere come esempio le province. Quindi chi solleva il tema della difesa dei lavoratori lo fa strumentalmente, sapendo di farlo. E poi sono obiezioni che ho sollevato anche sull’ente camerale di Como».

Qual è l’alternativa che lei propone all’attuale sistema camerale?
«Il punto non è ritoccare il sancta sanctorum dell’economia, ma chiedersi se esiste ancora l’arca della santa alleanza tra camere di commercio e imprese. Io credo nella rappresentanza e nella sussidiarietà ma gli enti camerali, così come sono oggi, non sono più performanti, almeno non come un tempo».

Per cambiare c’è bisogno di buttare giù i muri?
«La mia era una battuta, una metafora, nel senso che se apro la finestra entra solo un refolo di aria nuova. Se invece abbatto un muro entra una ventata di aria fresca. Quindi se vuoi un vero cambiamento è quello che ci vuole».  

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 26 Gennaio 2016
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