Volontà, consapevolezza e organizzazione. Così si combatte lo spreco alimentare

Presentata la proposta di legge del deputato Pd Maria Chiara Gadda sulle eccedenze e contro lo spreco alimentare

Spreco alimentare

Quando si parla di recupero delle eccedenze e lotta allo spreco alimentare, l’Italia può andare orgogliosa di quanto ha fatto e di quanto sta facendo. Dal 1989, anno in cui è nato il Banco alimentare, al 2003, anno in cui fu emanata la legge 155 detta del “Buon samaritano” (ispirata alla “Good samaritan law” americana), di strada se ne è fatta tanta.

Negli ultimi anni, in parte grazie anche a Expo, c’è stata una forte accelerazione sia nell’affinare i processi per recuperare le eccedenze alimentari ed evitare così gli sprechi che si verificano nell’intera filiera, sia nell’aumentare la percezione del problema tra gli operatori del settore e le famiglie.

Il culmine ideale di questo percorso è stata la proposta di legge per la limitazione degli sprechi e l’uso consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale, presentata poco prima dell’inizio dell’esposizione universale dal deputato del Pd Maria Chiara Gadda, proposta di cui è prima firmataria e anche relatrice.

Venerdì scorso, presso la sala consiliare di Arcisate, si è tenuto un incontro dal titolo “Eccedenze alimentari” spreco o opportunità?”, organizzato dal circolo locale del Partito Democratico, dove sono intervenute,  oltre alla parlamentare, Giuliana Malaguti, responsabile nazionale degli approvvigionamenti del Banco alimentare onlus, e Paola Garrone, docente di economia dei servizi e delle reti al Politecnico di Milano, tra gli autori di una importante ricerca sul tema.

Spreco alimentare

«Dai campi alla tavola – ha detto Paola Garrone – in Italia si perdono 94 kg di cibo per persona all’anno. In totale le eccedenze sono pari a quasi 6 milioni di tonnellate all’anno con un costo che si aggira intorno ai 13 miliardi di euro». Le cause dell’eccedenza sono diverse a seconda dello stadio della filiera. Per esempio, nella fase di trasformazione ne sono state individuate 5: si va dal raggiungimento della sell by date (data di scadenza) interna degli alimenti (69%) fino ai resi per invenduto (6,1%). «Sta di fatto che ad oggi – ha sottolineato l’autrice della ricerca – gran parte dell’eccedenza diventa spreco. Mentre con volontà, organizzazione e consapevolezza tutto questo cibo si potrebbe recuperare».

Quasi trent’anni fa dall’incontro di don Luigi Giussani e Danilo Fossati, patron della Star, nacque l’idea di valorizzare le eccedenze alimentari attraverso il loro recupero. «Fossati che era un grande imprenditore – ha raccontato Guliana Malaguti – aveva un tale amore per i propri lavoratori che soffriva nel veder sprecato il loro lavoro. Il banco alimentare è nato da un incontro e dalla convinzione condivisa che fare un uso consapevole delle risorse è importante e fa parte delle nostre responsabilità».

Oggi questa onlus ha numeri impressionanti. Solo nel 2015 sono state raccolte 85.000 tonnellate di eccedenze, attività svolta da 1.843 volontari che, con il loro lavoro quotidiano, aiutano oltre un milione e mezzo di persone e sostengono oltre 8.000 strutture caritative. Interessante l’esperienza di Siticibo, programma della fondazione Banco alimentare, nata nel 2003 e prima applicazione della legge 155/2003, conosciuta, appunto, come legge del Buon samaritano, il cui scopo è il recupero di alimenti freschi e cucinati eccedenti nel canale della ristorazione organizzata (per esempio: mense, ristoranti, caserme, esercizi al dettaglio, società di catering) e della grande distribuzione.

La proposta di legge sulla limitazione degli sprechi, presentata dal deputato Maria Chiara Gadda, che fra poco più di un mese andrà in discussione alla Camera, è un tassello fondamentale sia sul piano culturale che strettamente operativo . Quindici articoli, ben scritti, in modo chiaro e semplice. Un testo che evidenzia la circolarità dell’economia: si parte dal riconoscimento di un fatto sociale e si arriva alla previsione di un fondo di ricerca, passando per gli strumenti pratici da dare agli operatori del settore, dagli incentivi alla semplificazione in materia fiscale.

Questa proposta di legge interviene anche su quella del Buon samaritano, prende in considerazione anche gli animali, chiarisce in modo definitivo la differenza (anche di gestione) tra data di scadenza e il termine minimo di conservazione, prevede una formazione specifica per il personale dedicato a questa mansione, solo per fare alcuni esempi.

«Non è stato semplice – ha concluso il deputato Gadda – perché questa proposta di legge si inserisce in un settore, come quello alimentare, dove c’era già una normativa piuttosto complessa. Il testo è il risultato dell’ascolto di tutti gli attori presenti, a partire dalle associazioni impegnate su questo fronte, mantenendo al centro di tutto l’impianto il concetto di dono».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Gennaio 2016
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