Al museo Maga, dove si va (anche) a studiare
L'uso degli spazi come aula studio da parte degli studenti è raccontato oggi anche dal Corriere della Sera. Una risposta alla scarsità di altri spazi
Il museo diventa anche aula studio per gli studenti, diventa un luogo vivo nel corpo della città. Il Corriere della Sera racconta oggi con un lungo articolo l’evoluzione del Museo Maga di Gallarate, sempre più frequentato dagli studenti che usano l’ampio spazio all’ingresso, accanto alla caffeteria. Un fenomeno che VareseNews aveva già raccontato in passato (ad esempio qui) e che è sempre più visibile: wi-fi e ambiente curato sono punti vincenti. Tra le voci raccolte dal Corriere, anche quella di chi frequentando il museo da studente ha trovato anche un lavoro, quando il Maga ha avuto bisogno di trovare nuovi guardiani delle sale, in occasione della frequentatissima (vedi qui) della mostra Missoni, l’arte e il colore:
«È stato il mio primo lavoro — racconta Elena Zamarco, studentessa gallaratese di giurisprudenza di 21 anni — venivo al museo già abbigliata con la divisa, la mattina studiavo e al pomeriggio andavo al piano superiore a controllare opere e visitatori». I ristoratori della caffetteria sono entusiasti: hanno trovato una clientela sicura, perchè i ragazzi consumano.
Il museo ha dato spazio ai ragazzi anche perché a Gallarate manca una struttura che in altre città e paesi è punto di riferimento per gli studenti che cercano un posto in cui concentrarsi: la biblioteca. O meglio: quella in questione è ospitata in un edificio datato (ex Casa del Balilla, peraltro non distante dal museo) e con limiti evidenti di spazio e accessibilità. È una questione sollevata in passato dagli stessi studenti (nell’ormai lontano 2012, vedi qui) e che è rimasta irrisolta, almeno per ora: il Comune ha previsto un progetto di rinnovo della biblioteca civica che prevede il trasferimento dall’attuale edificio in una ex scuola da ristrutturare allo scopo, in via Bottini (vedi qui).
Il progetto della nuova biblioteca, sostenuto dalla maggioranza e prospettato da almeno un paio d’anni, è invece criticato da altri (le opposizioni in consiglio comunale, ma non solo). Alcuni indicano proprio nel successo del museo come “aula studio” un elemento che dovrebbe far propendere per un nuovo “polo della cultura” (da ricavare dentro al museo? Accanto al museo?). Altri invece giudicano necessario trovare nuovi spazi ristrutturando l’esistente, ma non condividono la scelta dell’edificio di via Bottini: Forza Italia per esempio sostiene la necessità di riutilizzare (c’era uno studio di fattibilità del) l’ex Casa del Fascio di Giulio Minoletti, in piazza Garibaldi.
Di certo, c’è che spazi nuovi e curati, con wi-fi e servizi, sono sempre più richiesti: esempio evidente sono la Biblioteca Frera a Tradate o la BiCa, la bella biblioteca di Carnago che ha visto in un solo anno un enorme aumento di frequentatori, di iscritti ai servizi, di libri e altri documenti prestati (raccontiamo qui la storia del primo anno della BiCa).
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