P come… “petaloso”
In un compito il piccolo Matteo inventa un aggettivo, che non esiste ma suona molto bene. La maestra scrive all'Accademia della Crusca e la risposta è una bella lezione di italiano
Quanto potrebbe durare un “m’ama non m’ama” con un fiore petaloso? Petaloso, esatto. Se questa parola vi suona strana, è normale, perché è una parola che nel vocabolario non c’è.
Ad inventarla è stato un bambino della scuola primaria di Copparo, in provincia di Ferrara durante un compito sugli aggettivi. La sua maestra, Margherita Aurora, che se l’è trovata scritta sul foglio, ci ha pensato su prima di prendere in mano la penna rossa: «Qualche settimana fa, durante un lavoro sugli aggettivi, un mio alunno ha scritto di un fiore che era “petaloso” – racconta sulla sua pagina di Facebook – . La parola, benché inesistente, mi é piaciuta, così ho suggerito di inviarla all’Accademia della Crusca per una valutazione. Oggi abbiamo ricevuto la risposta, precisa ed esauriente. Per me vale come mille lezioni di italiano. Grazie al mio piccolo inventore Matteo».
La risposta dell’Accademia della Crusca, che trovate qui sotto è davvero una bella lezione di italiano. La parola di Matteo, spiegano gli esperti di linguistica dell’istituto, è costruita nel modo corretto e avrebbe tutte le carte in regola per entrare nel vocabolario di italiano. Per farlo però serve un ulteriore ma grande passaggio, quello della diffusione. Soltanto facendo diventare petaloso una parola sulla bocca di tanti si potrà finalmente dire di aver inventato un termine nuovo.
E cosa c’è di meglio dei social network, su cui questa storia si è diffusa immediatamente, per far circolare una novità? La sfida è stata raccolta ed è nato #diffondiamolaparolapetaloso .
Una curiosità: nella lettera la responsabile della consulenza linguistica dell’Accademia consiglia al giovane inventore e alla sua maestra una lettura. Si tratta di “Drilla”, libro per ragazzi scritto da Andrew Clements, qui trovate la trama:
“Nick Allen è un bambino molto sveglio. Forse anche troppo. Fa lavorare la testa, tutto qui. E nessuno si stupisce più di tanto quando decide che la penna non si dice più penna: da oggi in poi si dice ‘drilla’. Mrs. Granger, che ha la passione e il gusto delle parole, non può incoraggiare il piccolo colpo di stato. Deve imporre la sua autorità. Ma ‘drilla’ è una parola che piace e presto tutti la usano, in tutte le classi, in tutte le scuole del paesino.”
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
PaoloFilterfree su "La sanità pubblica è a rischio privatizzazione": la raccolta firme on line contro il taglio delle tariffe
elenera su La patente a 18 anni? "Non è più uno status symbol"
Felice su La patente a 18 anni? "Non è più uno status symbol"
Alessandra Toni su "La sanità pubblica è a rischio privatizzazione": la raccolta firme on line contro il taglio delle tariffe
lenny54 su "La sanità pubblica è a rischio privatizzazione": la raccolta firme on line contro il taglio delle tariffe
Valeria Vernon su MV Agusta la situazione è critica: il sindacato dice no ai licenziamenti collettivi
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.