Piante aromatiche e natura in centro: riapre il bar Mirabello
Ha riaperto con entusiasmo dopo una ristrutturazione di un mese circa, il bar di villa Mirabello a Varese. A farlo, un nuovo gestore di soli 26 anni, Michele Ighina
Piante aromatiche, più tavolini all’interno, un orario d’apertura che va dalle 8 alle 21, sette giorni su sette.
Ha riaperto con entusiasmo, ieri mattina 16 marzo, dopo una ristrutturazione di un mese circa, il bar di villa Mirabello a Varese. A farlo, un nuovo gestore di soli 26 anni, Michele Ighina, Varesino, ma originario di Genova, è innamorato di quel posto dei tempi in cui “bigiava” al liceo.
«sono nato e cresciuto a Genova, vivo a Varese da poco più di dieci anni – spiega Michele – piu precisamente da quando mio padre si è trasferito qui per lavoro: doveva aprire il negozio Mondadori di Varese».
Michele ha trascorso gli anni delle superiori al liceo artistico Frattini: «e in quegli anni ho imparato ad amare questo posto bellissimo, specialmente nelle giornate di sole. E’ un posto meraviglioso per bigiare, e tutti lo comincino a conoscere per questo. Ma è un paradiso di natura».
Michele, dopo il liceo ha cominciato a lavorare: «Ho fatto di tutto, dal muratore in svizzera al barista in centro città». E proprio l’esperienza di barista ha reso più chiaro cosa voleva fare: «Quello di aprire un bar è un sogno che ho da una vita, che si è amplificato proprio facendo il barista: Mi piace servire, mi piace quando la gente esce contenta. Mi piace fare le cose e vedere il riscontro di quello che ho fatto».
Tornare nei luoghi del liceo lo entusiasma: «E’ un posto bellissimo, i ragazzi li vedrò di sicuro e saranno benvenuti. Sto già organizzandomi per attrezzarmi con il wifi libero. Ma sarei felice di vedere anche altre persone che usufriscono di questo posto per lavorare, fare una pausa, bersi un caffè nel verde».
Varese l’ha accolto con la neve, «ma per i prossimi giorni è gia previsto il sole» e lui è pronto a ridare il benvenuto a chi vuol bersi un caffè, fare la pausa pranzo o concedersi un aperitivo, bersi un succo (di quelli fati con il tanto trendy estrattore di succo) o mangiarsi una tagliata di salumi al tramonto. Tra i primi clienti, il personale del museo e i lavoratori del comune: che si sono bevuti un caffè (a 90 centesimi peraltro, una cifra più unica che rara in centro) e hanno salutato con un po’ di curiosità il nuovo arrivato.
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