“Da Caianiello espressioni intimidatorie, Cassani si dissoci”
Città è Vita, Pd e Sel durissimi dopo gli attacchi del gran leader di Forza Italia: "espressioni allusive e intimidatorie"
Dopo il duro attacco di Nino Caianiello,il centrosinistra chiede al candidato sindaco del centrodestra Andrea Cassani di «dissociarsi da un linguaggio che non ha niente a che fare con la politica». Un riferimento alle dure parole usate da Caianiello, che aveva usato anche metafore piuttosto crude («Quando il lupo è ferito o lo ammazzi o lo curi… noi lo cureremo e lo manderemo a casa»), al di là delle critiche sulle scelte amministrative dei cinque anni di Guenzani. «Espressioni allusive e intimidatorie».
«Imbarazzante. Non esiste un altro aggettivo per qualificare lo spettacolo al cui, ancora una volta, i gallaratesi hanno dovuto assistere. Un altro sproloquio del sig. Gioacchino Caianiello che con affermazioni allusive ed intimidatorie ha voluto mandare un messaggio agli elettori in vista del prossimo imminente ballottaggio». Mentre il centrosinistra definisce «sconcertante» il «silenzio assordante da parte della Lega Nord e del suo candidato sindaco Andrea Cassani che, una volta per tutte, dovrebbe essere sincero con i suo concittadini esprimendo il proprio pensiero su questo tizio che è ben più di un semplice alleato».
«I gallaratesi – dicono Pd, Sel e lista civica Città è Vita – si aspettano una risposta dalla Lega Nord: il partito che nel 2011 ha fondato tutta la sua campagna elettorale contro un sistema politico ma soprattutto contro un personaggio. Proprio quel Gioacchino Caianiello che ancora oggi detta regole nel “centro” destra nel quale, in caso di vittoria di Cassani, avrebbe ben 5 consiglieri comunali, e cioè un numero senza il quale lo stesso Cassani non avrebbe una maggioranza. Dove sono finiti i leghisti del buco con l’azienda intorno? Dov’è finito l’Andrea Cassani che con l’allora segretario Caielli, nel maggio 2011 ci chiedeva a gran voce di mandarli a casa? Cassani avrà almeno la forza di dissociarsi in modo netto dall’uso di un linguaggio che non ha niente a che fare con la politica e con la tradizione della città di Gallarate? Se ce ne fosse stato ancora bisogno, il monologo di ieri sera lo ha confermato. Non basta l’età anagrafica per rompere con un passato chiacchierato. Ci vuole vero coraggio».
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