“La ferrovia Gallarate Malpensa? Sperpero di denaro pubblico”
Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente, torna a criticare il progetto della ferrovia. "Il problema di Malpensa non è nei collegamenti"

«Le cause della crisi dello scalo sono le alte tariffe e la bassa efficienza gestionale, non la carenza di collegamenti». Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente, torna a criticare il progetto di una nuova ferrovia Gallarate-Malpensa, su cui si è appena aperta la fase di confronto aperta al territorio interessato (a partire dai Comuni direttamente toccati: Gallarate, Casorate Sempione, Cardano al Campo).
«La connessione di Malpensa alle Ferrovie dello Stato è già assicurata dalla bretella di Busto Arsizio dal “Terminal 1”. La realizzazione del nuovo collegamento sarebbe un nuovo sperpero di denaro pubblico: 250 milioni di euro per una manciata di chilometri di inutile linea ferroviaria fino a Gallarate, che buca l’ecosistema della brughiera in pieno parco del Ticino» (va ricordato che il costo definitivo non è ancora fissato, 250 milioni è il limite più alto citato).
Balotta fa riferimento anche all’evoluzione storica dei flussi: «L’assurdità di questo intervento è testimoniata dai numeri. Nel 2007 quando transitavano 23,8 milioni di passeggeri dallo scalo della brughiera Malpensa era servita da 80 treni giornalieri (da Milano Cadorna) e da 200 autobus dalla Stazione Centrale. Nel 2015 con Malpensa che ha ridotto il suo traffico a 18 milioni di passeggeri (- 5,8 milioni) i treni giornalieri sono diventati 130 (+50 collegamenti dalla stazione Centrale) mentre gli autobus sono passati a 240 corse giornaliere (+40). Logica vorrebbe che i servizi aumentassero in funzione dell’aumento del traffico dello scalo, non di una sua diminuzione».
E poi rilancia con un ragionamento sull’uso dei convogli: «I collegamenti ferroviari con Malpensa sono effettuati con treni nuovi sottratti ai pendolari. A Malpensa ci sono 370 tra treni ed autobus al giorno: quasi quanto gli aerei (440 circa). Il nuovo e costoso collegamento ferroviario non potrà quindi risolvere la crisi tecnica e finanziaria di uno scalo in crisi perenne, utilizzato al 35% delle sue potenzialità. Le cause della crisi dello scalo sono le alte tariffe e la bassa efficienza gestionale, non la carenza di collegamenti».
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