La lanternata di San Martino illumina l’Alpe Tedesco

L’appuntamento è per domenica 13 novembre alle 17.30 al parcheggio dell’Alpe Tedesco (via al Poncione) con la propria lanterna

Avarie

Domenica 13 novembre ritorna la lanternata dell’Associazione ON che, per la festa di San Martino, organizza una passeggiata speciale nel Parco delle Cinque Vette.

Come ogni anno all’imbrunire i bambini, accompagnati da genitori, nonni e amici, si lasceranno silenziosamente alle spalle le luci dell’Alpe Tedesco per inoltrarsi nel bosco rischiarati solo dalle loro lanterne.

Quando San Martino comparirà a cavallo mettendosi in testa al corteo, tutti cominceranno ad intonare un canto: “Io vado con la lanterna,
 la porto sempre con me.
 Nel cielo splende una stella,
 lei arde anche per me. 
La luce poi si spegnerà,
 tra lillera lallera lu. 
La luce poi si spegnerà,
 bambini a casa torniam.”

E dopo qualche minuto di cammino li attenderà un falò acceso con un pentolone di rame dove ribollirà il thé, pronto per essere sorseggiato con i biscotti preparati dalla pasticceria Bacilieri di Marchirolo.

L’appuntamento è alle 17.30 al parcheggio dell’Alpe Tedesco (via al Poncione)  con la propria lanterna che sarà semplice realizzare anche a casa con i bambini: basterà un vasetto di vetro, un filo di ferro per il manico, carte colorate per decorare e un po’ di fantasia.

L’associazione On ricorda anche la storia del mantello di San Martino da raccontare ai più piccoli mentre la vostra lanterna starà prendendo forma: “Ancora soldato dell’impero, un giorno Martino uscì a cavallo dalle porte della città francese di Amiens, quando gli si fece incontro un vecchio tremante per il freddo, ricoperto solo di pochi stracci. Martino non esitò, tagliò il suo mantello a metà e lo diede al vecchio. Subito spuntò il sole che cominciò a scaldare la giornata come se improvvisamente fosse tornata l’estate. Il giovane soldato la notte sognò Gesù, avvolto nello stesso mantello che aveva donato al mendicante, che diceva ai suoi angeli: “Ecco Martino, il giovane soldato non battezzato che mi ha vestito. La mattina successiva Martino trovò il suo mantello integro. Martino decise di farsi battezzare e da quel momento iniziò una vita dedicata a Cristo e agli altri che lo portò alla santità. Il mantello venne conservato come reliquia nella collezione dei re merovingi”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Novembre 2016
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