L’ex procuratore presenta “Elogio della trasgressione”

A dialogare con l'autore durante la presentazione del libro sarà l'assessore alla Cultura Paola Magugliani

libri generiche

Continuano gli incontri con gli autori in biblioteca: lunedì 5 dicembre alle 21 in sala Monaco il procuratore emerito della Repubblica Benito Melchionna presenterà il suo libro “Elogio della trasgressione” (casa editrice Grafin di Crema).

A dialogare con l’autore sarà l’assessore alla Cultura Paola Magugliani, la presentazione è affidata al giornalista de La Provincia di Varese Andrea Aliverti.

Si tratta di un libro che l’ex magistrato, docente universitario, saggista, filosofo e poeta, ha scritto con sei ragazzi (Elena Briguglio, Gianluca Cividini, Francesco e Federica Ferrajoli, Giulia Gimondi e Marina Todisco): riuniti attorno a un tavolo i giovani, intelligenti e acculturati testimoni del tempo in cui vivono, parlano dell’oggi e del domani, esprimono le proprie valutazioni sul presente e le aspettative sul futuro, confrontandosi in piena libertà e in assoluta parità di ruoli con un procuratore della Repubblica in pensione, ma certamente giovane in termini di carica vitale, che si è assunto un compito ambizioso e affascinante, non di “fare il professore” con i ragazzi in occasione di ogni “simposio” (definito così, con un non casuale richiamo Platone), ma piuttosto di “invitarli a dialogare fra loro, con la mia guida, sulle più discusse e controverse questioni del loro tempo”.

Stimolandoli quindi a “tirar fuori” valutazioni, approfondimenti, analisi (inevitabile qui l’accostamento, anche questo non casuale, al metodo maieutico che permeava i dialoghi di Socrate con i suoi allievi). Tra i temi la necessità di “ricollocarsi” al di là delle “passioni tristi” e della solitudine prodotte dalla permanente “connessione” con una “realtà aumentata”, resa “liquida” (mordi e fuggi) dalla comunicazione virtuale e seriale del web.

Un libro dal titolo intenzionalmente provocatorio (“Elogio della trasgressione”) che rimanda a Erasmo da Rotterdam e che a prima vista può stupire, tenuto conto che l’autore per oltre quarant’anni è stato magistrato. Melchionna chiarisce infatti che la “trasgressione” non va interpretata nella più comune accezione di rifiuto e intenzionale violazione delle regole, ma, precisa, “nella etimologia alternativa di procedere oltre i paletti, le paure e le ipocrisie del più diffuso perbenismo”.

Una provocazione sì, riconosce, ma “diretta ad analizzare criticamente e a smascherare, con un pizzico di umorismo visionario, la stupidità umana e le convenzioni ingiallite dal tempo che da sempre tagliano le ali alla vita e la rendono insulsa e complicata più del necessario. La provocazione stuzzica sempre la curiosità e può servire a smuovere il torpore del mondo d’oggi, che mi sembra molto mediocre e appiattito sui bassi profili del trash, cioè del brutto e del volgare. Il mio intento non è certamente quello di incitare la gente al gusto della violazione delle regole. Mi piacerebbe invece sollecitare il lettore a uscire dagli schemi per leggere e interpretare con leggerezza la giostra della quotidianità. In sostanza vorrei invitare a “prendersi cura” della realtà, a conservare desta l’anima e pronta la mente, a essere bramosi del mondo come sono gli innamorati con la loro “incoscienza felice”.

Il libro teorizza quindi la trasgressione in senso positivo, rispolverando il senso originario della parola trasgressione, che nel latino “transgredi” non significa andare contro, ma “passare oltre”. Anche per poter salire un pò più in alto attraverso i gradini della conoscenza”. Secondo l’autore la trasgressione può essere di aiuto nell’affrontare le cose con sacrificio e con l’obiettivo di trasformarle in opportunità: “questo non significa voler ribaltare il mondo negando i valori e le buone radici del passato, ma solo superare tutto ciò che vincola, soffoca e inaridisce lo spirito. A questo scopo è però necessario sbarazzarsi della paura, dei conformismi e della fitta rete di costrizioni stupide, pubbliche e private, che rendono pesante l’esistenza. Lasciando così spazio a una dimensione “oltre”, più autentica e responsabile del vivere”.

BENITO MELCHIONNA – Cenni biografici
Di origine irpina, proviene da famiglia modesta, con numerosi fratelli, e cresciuto guidato dall’esempio di una madre attenta e affettuosa che gli ha saputo trasmettere il senso della giustizia, dell’onore e della dignità. Dopo aver concluso la formazione giovanile presso l’ordine dei Benedettini, ha continuato i suoi studi ad indirizzo classico a Milano laureandosi poi in Giurisprudenza. Dal 1956 al 1960 si è mantenuto agli studi lavorando come guardia carceraria a San Vittore. Iniziata la carriera in magistratura, è stato Pretore e poi Giudice Istruttore presso il Tribunale di Bergamo dove si è occupato delle inchieste relative al terrorismo e, successivamente, dei reati associativi di stampo mafioso. All’inizio degli anni Ottanta è stato Consigliere Pretore Dirigente a Crema e successivamente dal 1996 al 2008 ha ricoperto la carica di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale. Terminata la carriera di magistrato, continua tuttavia ad occuparsi di diritto sia come docente universitario che con incarichi più specifici, ma ugualmente prestigiosi, come esperto del Comitato Economico di Bruxelles e come docente di Diritto della Sicurezza nei luoghi di lavoro. Inoltre ha collaborato e collabora a numerose riviste scientifiche e giuridiche, italiane e straniere, dedicando diversi saggi in particolare sui temi inerenti la pubblica amministrazione, il diritto penale, l’ambiente e la responsabilità in materia sanitaria. Sin dai primi anni Duemila, Melchionna, precorrendo i tempi, ha dedicato una speciale attenzione a tematiche che sono oggi al centro di numerosi dibattiti, come il danno da mobbing, la tutela dell’ambiente, la gestione dei servizi pubblici locali e la cittadinanza umanitaria.

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Pubblicato il 29 Novembre 2016
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