“Dove eravamo quella sera?” Il teatro vuoto interroga la città

L'episodio dell'attore Mongiano in scena senza pubblico al Popolo, ma in una città con quattro teatri

Giovanni Mongiano al Teatro del popolo

«Dove eravamo tutti questa sera?». Per chi è affezionato ad una città e la vuole viva, quanto è successo sabato sera al Teatro del Popolo di Gallarate è stato una sconfitta. Ammantata forse di poesia per il lavoro dell’attore (qui l’intervista a Giovanni Mongiano), per quel gesto romantico e alto di recitare senza neppure uno spettatore di fronte, ma comunque una sconfitta.

L’articolo di VareseNews che racconta l’episodio ha avuto una enorme eco, tanto che la (ben triste) notizia è tracimata ben oltre il locale, fino ad essere ripresa dai più di un giornale nazionale. Ad accogliere con tristezza sono stati prima di tutto molti gallaratesi, che con questa piccola, grande onta devono fare i conti: «Dove eravamo tutti questa sera?» si è chiesta appunto, fin da sabato sera, Monica Salomoni, nella squadra di amministratori della locale pagina facebook Sei di Gallarate se…, attenta a rilanciare prima di tutto le occasioni di divertimento, di svago e di cultura.

Certo, è in parte una consolazione sapere – lo sanno i gallaratesi, quantomeno – che la città ha una proposta teatrale ricca, per non dire di quella culturale in senso più ampio. Oltre al Popolo, ci sono lo storico Teatro delle Arti (questa settimana era in scena l’emozionante Shakespeare di Jurij Ferrini, vedi qui), il rinato Condominio (sabato c’era il musical Georgie), il periferico Teatro Nuovo che offre spazio prima di tutto al teatro amatoriale ma anche alla musica (qui l’ultimo appuntamento, proprio sabato sera). Basta per sentirsi ancora “la piccola Atene” di un tempo? La città che si vantava di pensare ad altro, oltre che a lavorare, negli anni del boom in cui l’imperativo nella provincia era “fare soldi per fare soldi per fare soldi”. Basta per fuggire all’immagine fotocopiata della provincia dove ci si annoia e non si va a teatro, riproposta dai (alcuni) giornali nazionali?

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L’assessore alla cultura Isabella Peroni parte proprio dall’offerta in realtà ricca: «Si sono create delle concomitanze tra diversi eventi, penso anche al richiamo enorme che ha il Coro Divertimento Vocale. Complimenti comunque all’attore: una scelta non facile ma che depone a favoere di chi crede nel teatro». Dice che a Palazzo Borghi stanno monitorando la situazione, che è una fase ancora di rodaggio. «Lo scorso anno anche la gestione Melarido al Condominio era stata criticata, ma mano a mano mi pare sia stata messa a punto: certo non è facile prendere le misure su una piazza con quattro teatri. Eppure quest’anno al Condominio abbiamo visto anche sale gremite».

«Gallarate ha offerta è superiore alla domanda, direi che questo è ormai palese, considerando anche la vicinanza con Milano» ragiona l’ex assessore alla cultura Sebastiano Nicosia. «L’episodio è stato certamente triste anche per le tante persone impegnate, ma non mi ha stupito fino in fondo». Nicosia sottolinea l’aspetto del legame con il territorio fondamentale a Gallarate: «La città non riesce a partecipare a un evento in cui non ha una sua forma di partecipazione diretta, che sia l’affetto per un teatro storico o il legame con una realtà associativa: al Popolo credo manchi un’utenza che si è fidelizzata, a fronte di una grande qualità della proposta». Nicosia però distingue tra stagione teatrale e gestione (curata professionalmente da Doc Servizi) della sala: «Il teatro ha un ruolo importante perchè è anche uno spazio aperto alle scuole e alle associazioni, per la musica classica, con una misura adatta ad alcuni eventi cittadini. Ha un suo ruolo anche al di fuori del cartellone teatrale».

La gestione Doc Servizi è entrata a Gallarate a seguito del bando per (ri)mettere a gara la gestione del teatro, che prima era affidato alla Instabile Quick di Giorgio Putzolu): la scelta di rivolgersi ad una realtà lontana dal contesto della provincia non si è rivelata contropruducente? «Se il gestore riesce a calarsi in una realtà cittadina, sono convinto che abbia la possibilità di costruire un suo pubblico anche cittadino» dice Nicosia. «Non si deve essere per forza di Gallarate per ottenere attenzione del pubblcio e partecipazione, ma si deve costruire connessioni. Oggi il Teatro del Popolo sta impiegando un po’ di più a trovare una sua collocazione, certo di fronte a due giganti come Teatro delle Arti e Condominio».

Ma chi ha in mano il teatro, che dice? Filippo Cecchini, responsabile di Doc Servizi per la Lombardia, non si nasconde e pensa al futuro: «Noi vogliamo lavorare per il 2017/2018 su una programmazione che nasca dal basso, coinvolgendo il territorio. Un teatro così piccolo ha assolutamente bisogno di confrontarsi con il territorio: ne stiamo discutendo anche con il Comune» (il bando di gestione è triennale). In questo senso, la sala completamente vuota di sabato scorso diventa anche un segnale da cogliere: «Noi continuiamo, il teatro è la nostra mission, quanto accaduto è forse anche simbolico di questo attaccamento al teatro da parte di chi lo fa per mestiere e per passione. Ed è un bene che un episodio come questo scuota un po’ la città».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 11 Aprile 2017
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