Boschi dello spaccio come i supermarket, aperti anche di notte

Dall'indagine "Zatla" emerge il funzionamento della piazza di spaccio nei boschi tra Uboldo e Cerro Maggiore. Dai messaggi ai clienti abituali sulle "offerte" del giorno al ruolo delle donne

spaccio droga nei boschi

«Ciao fra da oggi siamo aperti 24 ore su 24», il messaggio arriva sul cellulare dei clienti abituali del supermercato della droga più grande della zona, quello finito nell’indagine della Procura di Busto Arsizio, coordinata dal pm Luigi Furno, e dei Carabinieri di Gallarate che ha portato all’arresto di 18 persone tra Gallarate e Uboldo, 54 gli indagati.

Il marketing dello sballo

È il marketing dello sballo usato degli spacciatori dei boschi che avvisano i clienti quando arriva l’hashish fresco, i costi, le offerte del giorno. L’indagine “Zatla” è un vero e proprio spaccato sociale nel quale si può ricostruire come funziona un bosco dello spaccio, uno dei tanti che si sono imposti negli ultimi anni, strutturato come un’impresa con tanto di vertice aziendale, dipendenti tossicodipendenti che lavorano per avere la dose giornaliera gratuitamente, terzisti che acquistano grosse quantità da rivendere al dettaglio.

La mappa dei supermarket della droga

Questi mercati illegali a cielo aperto sono diffusi da nord a sud della provincia: dai boschi tra Cantello e Rodero, nella zona boschiva delle Quattro Strade tra Busto Arsizio e Vanzaghello, nell’area verde tra Rescaldina e Marnate e in quella tra Uboldo e Cerro Maggiore. Voci parlano anche di piazze di spaccio più a nord, tra i boschi di Bedero Valcuvia o a Marchirolo.

Uno spaccato di società sotto osservazione

Il grande lavoro di raccolta di informazioni, eseguito dai carabinieri di Gallarate tramite mesi e mesi di osservazione, ci dà un rimando anche della clientela che frequenta questi luoghi. C’è il giovanissimo in scooter, il muratore col furgone dell’impresa, l’uomo distinto a bordo di un’Audi, il tossicodipendente da eroina di 50 anni e molte donne. Basta arrivare al punto indicato via telefono (ponte, ponticello, spazzatura) e il “cameriere” è pronto a servire piccole dosi o grossi quantitativi al cliente senza che questo debba uscire dalla macchina.

Le donne

 

Alcune vanno ad acquistare la droga per il proprio marito o compagno lasciando il figlio piccolo a casa, altre per rivenderla come nel caso della spregiudicata Tania o di una 46enne disoccupata di Lainate con figlio a carico che si raccomanda con il fornitore sulla qualità della cocaina dopo che l’ultima volta era stata picchiata da un  cliente insoddisfatto: «Dammela buona che l’ultima volta mi sono presa un pugno in faccia da un cliente». Ed è sempre lei, Tatiana, a dispensare consigli al capo, Tarik Keddaoui, per aumentare il volume della cocaina con l’ammoniaca: «Se tu la cucini con l’ammoniaca per tre volte ti esce di nuovo. Io non ci guadagno niente a dirtelo, anzi ci perdo, ma tu sei sempre stato onesto con me».

L’anello mancante

Quello che non emerge dall’inchiesta è il vero vertice di questa organizzazione. Se il piccolo spaccio è affidato a giovani e giovanissimi italiani, il livello intermedio è quasi tutto in mano a marocchini e tunisini. Quello che non emerge è il fornitore all’ingrosso che, con tutta probabilità, è da ricercare nel mondo delle organizzazioni criminali di stampo mafioso che in queste zone rispondono ai nomi di ‘ndrangheta e mafia albanese.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 28 Giugno 2017
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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Abbiamo ridotto l’Italia ed il territorio ad uno schifo dove faccio veramente fatica a sopportare questo degrado ormai endemico e mentale.
    Gli italiani si stanno rivelando una popolazione dedita a drogarsi ed andare a prostitute. Così facendo i pochi boschi e campi che sopravvivono in questa cementificazione selvaggia sono presi d’assalto da questi personaggi ormai diventati bombe-sociali ad orologeria.
    All’estero ci fanno sentieri e ciclabili per permettere alle persone di vivere un pò a contatto con la natura , noi ci facciamo bordelli e zone di spaccio.
    Mi chiedo se ormai agli italiani interessi ancora qualcosa di dove vivono.

    Non posso fare altro che ringraziare le forze dell’ordine che sono le sole che riescono a garantire che questo paese non si trasformi nel nuovo Libano, senza più regole e limiti.

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