“Il mio nome tra i franchi tiratori? Una sciocchezza”

Deputati Pd alla Camera, Libero pubblica un elenco di nomi e li accusa di essere i franchi tiratori. Maria Chiara Gadda reagisce. “Assurdo. E’ stato Grillo”. Senaldi: “Io fedele”

Generiche

Dopo il crack delle legge elettorale alla Camera, il tedescum o come diavolo si chiama, spuntano i primi nomi di deputati Pd che avrebbero votato contro le indicazioni del partito. Buona parte dei voti contrari all’accordo sulla legge viene dal Movimento 5 Stelle, a cui il Pd ha dato dell’inaffidabile e con cui probabilmente non ci sarà più alcun accordo. Ma anche nel Pd qualcuno ha votato in dissenso. Secondo il quotidiano Libero tra i ribelli che hanno affossato la legge c’è anche il deputato di Fagnano Olona Maria Chiara Gadda, renziana.

E’ una ricostruzione che però non ha “pezze d’appoggio”. E la deputata infatti reagisce con forza: “Mi sono molto arrabbiata – osserva la Gadda – che devo dire? Anche i giornalisti sbagliano. E’ un errore, e lo si vede anche dal video. E’ il Movimento 5 Stelle che ha votato diversamente a come aveva votato i commissione. I numeri non sono una filosofia, se il loro gruppo avesse votato come noi sarebbe passato”. L’onorevole risponde a Libero attaccando Beppe Grillo con un post su facebook: “Chi ha preso in giro gli italiani ha un nome e cognome, si chiama Beppe Grillo. Abbiamo avuto fiducia di potere scrivere insieme le regole del gioco. Andiamo avanti, una legge elettorale c’è già, voteremo con quella!”

La circostanza sta un po’ agitando il Pd, ma c’è da dire che una logica, nei nomi indicati da Libero, si fa davvero fatica a trovarla.“Sono persone che non hanno legami di corrente tra loro” osservano i democratici da noi consultati.

I NOMI

Umberto Marroni è un deputato romano, Maria Chiara Gadda renziana di Varese, Irene Tinagli è una renziana ex Scelta Civica ed economista molto televisiva,Yoram Gutgeld è l’ex consigliere economico di Renzi, Tommaso Ginoble ex assessore alla sanità in Abruzzo è legato al cattolico Fioroni, Maria Gaetana Greco una deputata siciliana, Lello Di Gioia ex Psi entrato nel Pd da 6 mesi , Antonio Cuomo è un deputato salernitano, Maria Chiara Carrozza ex ministro dell’istruzione del governo Letta, a cui è legata, Umberto D’Ottavio è un torinese vicino a Orlando, Gero Grassi un pugliese che si è schierato con Emiliano ma era nel giro di Fioroni, Vincenza Bruno Bossio è una calabrese della sinistra Pd di Martina, Marco Miccoli è un ultrà romanista (per davvero) ed è vicino a Orfini , Giampiero Giulietti orlandiano, Giuseppe Lauricella siciliano di sinistra orlandiano, Paola Pinna è una sarda ex 5 Stelle. Che ci azzeccano?

Qualche giorno fa anche Angelo Senaldi, deputato di Gallarate, aveva criticato la legge ma oggi spiega: “E’ vero, ma io ho votato insieme al partito. Però è vero che avevo criticato la legge. Il proporzionale puro crea dei problemi di governabilità. Io propendo per una legge che favorisca la governabilità. Faccio parte di un gruppo di deputati che aveva ripresentato, dopo il 4 dicembre, il Mattarellum, inviano anche una lettera a Renzi a al capogruppo. Non volevamo che si ritornasse a una situazione pre referendum del 1991. Renzi mi aveva chiamato chiedendomi spiegazioni. Il Mattarellum è forse penalizzante per il Pd, in Lombardia e Veneto, ma noi crediamo dia più garanzie al Paese”.

Previsioni per il futuro? A ben guardare sia Senaldi che Gadda ormai guardano all’Italicum corretto dalla corte costituzionale come l’unica strada per il futuro. “Ormai sarà difficile uscire dall’impostazione dell’Italicum modificato dalla Consulta – spiega Senaldi – che però conserva una sua chimera di governabilità: è stato abolito il ballottaggio, ma non è stato bocciato il premio di maggioranza per la lista che raggiunga il 40 per cento. Il problema è che non c’è questo tetto al senato. Sembra che forza Italia ci stia, ma il cinque stelle credo che ormai li abbiamo persi e loro sono i primi a non essere dispiaciuti”.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 09 Giugno 2017
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