La sanità, le promesse disattese e i guai del Circolo

Mentre "Striscia la notizia" sbugiarda l'assessore Gallera, a Varese resta difficile la situazione in nefrologia. E la politica arranca

ospedale varese

A “Striscia la notizia”, credibile telegiornale satirico, l’assessore regionale alla salute Gallera aveva confidato che, presentandoci al centro prenotazioni di qualsiasi ospedale per chiedere una visita specialistica, tutti noi cittadini saremmo stati accontentati in breve tempo. Dirottandoci magari in altri centri di cura se fosse stato troppo lungo il tempo dell’attesa per la visita.

Siamo a un altro mancato miracolo della riforma lombarda della sanità: infatti “Striscia” con verifiche negli ospedali di Milano ha documentato che per vari motivi l’annuncio fatto da Gallera è rimasto tale.

Qui da noi nei giorni scorsi una persona con le dita di entrambe le mani dolenti e gonfie si è rivolta al Cup del “Circolo” dove ha saputo che era a novembre il primo posto libero per una visita specialistica. Eccessiva l’attesa, ma si sarebbe potuto rimediare andando a Saronno dove si doveva aspettare tre mesi.
Siamo a piccole comunque fastidiose patologie che però richiamano recenti situazioni, ben più gravi, che possono fare del nostro ospedale il Circolo della vergogna.

Ci si riferisce al dramma dei trapiantati di rene e dei dializzati che devono aspettare un anno per una visita di controllo perché a Nefrologia da lungo tempo mancano 7 medici: l’intero reparto, in passato gioiello lombardo, è stato impunemente “gambizzato” dalla riforma in violazione anche dei parametri di base, cioè non rispettando nemmeno i minimi previsti dal rapporto medici-abitanti.
Varese annega mentre a Como e Lecco si rispettano le regole e i loro numeri; in riva al Lario ci sono inoltre il buon senso e la vera cura del cittadino che da noi da troppo tempo non esistono più.

Dall’assessore e dai responsabili del Circolo solo silenzi. Si tace al pari dei politici, ma ignorando tutti che già ci sono state reazioni significative rapportabili anche al ridimensionamento dell’ospedale: i varesini hanno mandato a casa il Centrodestra di Palazzo Estense e con 20 mila firme hanno salvato l’ospedale Del Ponte dalla cura dimagrante tramata dalla Regione; a Busto invece la gente si è sollevata contro il progetto dell’ospedale unico da condividere con Gallarate mentre una coalizione di sindaci del Verbano ha impegnato lo stesso governatore Maroni in una serie di interventi tesi a limitare i danni fatti dai burosauri addetti alla riforma.

La Varese prudente oggi può contare – sempre con riferimento al Centrodestra – sul leghista Salvini che bene ti spiega l’Africa delle grandi periferie nazionali o delle invasioni a pagamento dei migranti. Ma non sa Matteo II che c’è un’Africa della salute qui da noi, dove nelle strutture assistenziali mancano posti letto e personale, dove si buttano i soldi per una nuova edilizia sanitaria che sembra spreco, dove c’è una vergogna come gli organici insufficienti di Nefrologia e di altri reparti, dove infine medici e paramedici del Circolo non hanno nemmeno la soddisfazione di dare il loro apporto in un ambiente che riconosca il loro impegno e la loro professionalità.

La riforma sanitaria è un regalo del clan Formigoni, oggi dovrebbe risponderne Maroni che tra l’altro è consigliere comunale a Varese e come governatore della Lombardia non si nasconde quando si tratta di aiutare la nostra città. Anzi a Milano riceve critiche.
Si può ipotizzare che per la sanità Maroni non possa fare più di tanto. Difficile spiegare a presunti illuminati che le malattie non si combattono con fallimentari iniziative burocratiche.

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Pubblicato il 07 Giugno 2017
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