È morto Paolo Villaggio

L'attore, 84 anni era ricoverato da alcuni giorni al Policlinico Gemelli

Avarie

È morto l’attore Paolo Villaggio, 84 anni, ricoverato da alcuni giorni al Policlinico Gemelli di Roma.

da Wikipedia
Interprete televisivo e cinematografico di personaggi legati a una comicità paradossale e grottesca, come il professor Kranz e il timidissimo Giandomenico Fracchia, è noto al grande pubblico per la creazione letteraria e la seguente trasposizione cinematografica (in dieci pellicole) del ragionier Ugo Fantozzi. All’attività comica fa eco quella di scrittore, cominciata proprio con un libro su Fantozzi, al quale seguiranno altri otto sul ragioniere, e altri libri di carattere satirico.

Ha recitato in parti più drammatiche, partecipando a film di registi come Federico Fellini, Marco Ferreri, Lina Wertmüller, Ermanno Olmi e Mario Monicelli. Nel 1992, in occasione della 49ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, riceve il Leone d’oro alla carriera. Nell’agosto del 2000 gli viene assegnato al Festival del cinema di Locarno il Pardo d’onore alla carriera

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Di Ugo Fantozzi, il ragioniere pasticcione e sottomesso sul lavoro, ma in realtà con un cuore pieno di orgoglio ferito e tenerezza, Paolo Villaggio era il papà.

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Dopo gli studi ha diverse esperienze lavorative: da cameriere a speaker della BBC a Londra, fino a diventare cabarettista e intrattenitore sulle navi della Costa Crociere, insieme con l’amico Fabrizio De André. Negli anni sessanta viene assunto, come impiegato, in una delle più importanti industrie impiantistiche italiane, la Cosider, dove era addetto all’organizzazione di eventi aziendali tra i quali lo scambio di doni natalizi tra dirigenti e la premiazione dei dipendenti meritevoli; da questa esperienza lavorativa trarrà l’ispirazione per creare il personaggio del ragioner Ugo Fantozzi, che in seguito lo renderà molto popolare.
Fantozzi, le cui storie sono narrate in una fortunata serie di racconti e di film scritti e interpretati dallo stesso Villaggio. Il primo libro che raccoglie le storie del personaggio, Fantozzi (1971), ha venduto oltre un milione di copie (nella foto sopra) mentre il primo film della serie, Fantozzi (1975), è stato inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare.

Non tutti ricordano che Paolo Villaggio ha avuto un passato anche da giornalista ed è stato impegnato politicamente.

Paolo Villaggio inizia a collaborare con i giornali dal 1968, scrivendo per L’Europeo La Domenica di Fantozzi, in cui racconta le tragicomiche avventure di colui che diverrà il suo personaggio più famoso. Questi pezzi andranno a comporre il primo dei nove libri su Fantozzi, che farà anche da base per la trasposizione cinematografica.

Ne segue un contributo a Paese Sera, su cui scrive, per cinque anni, gli editoriali, nel periodo in cui è direttore Giorgio Cingoli. Collabora poi con L’Unità per altri cinque anni, durante la direzione di Walter Veltroni. Dal 2004 al 2005 scrive per L’Indipendente diretto da Giordano Bruno Guerri. A cominciare dal 28 giugno 2009, riprende la collaborazione con L’Unità, svolgendo il ruolo di editorialista nelle vesti di un Fantozzi di propensione leghista.

Villaggio è stato iscritto al Partito Comunista Italiano e a Democrazia Proletaria, formazione comprendente anche socialisti radicali, nelle cui liste è stato candidato alle elezioni politiche del 1987. Successivamente si è candidato alle elezioni del 1994 con la Lista Marco Pannella, nel collegio uninominale di Genova – San Fruttuoso. Il 18 gennaio 2013 ha annunciato il suo voto a favore del Movimento 5 Stelle, in vista delle imminenti elezioni politiche, motivando il fatto che il suo amico Beppe Grillo: «è l’unico che rappresenta un cambiamento vero per una classe politica che pensa solo al presente». Villaggio si dichiara “ateo da sempre”. In un’intervista a Repubblica, del 1994, ha affermato: «Lo penso davvero, il Papa è una persona troppo intelligente per credere in Dio».

Fra i tantissimi riconoscimenti, nel 2012 al teatro Sociale di Luino gli venne conferito il Premio Chiara alla carriera “per l’originalità con cui, attraverso la sua grottesca e dissacrante ironia, ha saputo evidenziare, in scritti, al cinema, in teatro, in televisione, vizi e virtù degli Italiani”.

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Pubblicato il 03 Luglio 2017
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