A 18 anni guida la mongolfiera come il motorino
Si chiama Stefano Venegoni ed è il più giovane pilota di mongolfiere d'Italia. Suo nonno è stato il secondo pilota di Piero Porati, primo argonauta italiano

Avere una mongolfiera in garage non è da tutti. Per Stefano Venegoni è la normalità. Diciotto anni, di Fagnano Olona, un brevetto fresco di stampa da argonauta e una passione che si tramanda di generazione in generazione. «Per me volare è sempre stata una cosa naturale», racconta.
Oggi è il più giovane pilota di mongolfiere in Italia, con un brevetto rilasciato dalla “Milano Mongolfiere” di Pavia. I suoi primi maestri però sono stati il padre Davide e il nonno Silvano, «che è stato il secondo pilota di Piero Porati, il primo argonauta d’Italia. I miei primi voli li ho fatti con loro, avevo circa quattro anni».
Stefano si è diplomato all’ITIS di Gallarate con specializzazione elettronica ma quella della mongolfiera è una passione che non lascerà mai, «non so se un giorno riuscirò a trasformarla in lavoro ma adesso va bene anche così».
I suo fine settimana sono impegnati tra festival e raduni di appassionati in tutta Italia, «non viaggio mai da solo. Ho tanti amici con la stessa passione e condividiamo delle esperienze magnifiche. Uno dei posti più belli che ho visto dalla mongolfiera è stato Mondovì, quando ti alzi in volo riesci a vedere la Corsica».

La magia di un’esperienza del genere è difficilmente immaginabile ma necessita di una buona preparazione, «mio nonno ripete sempre di fare attenzione, per volare in mongolfiera è necessario studiare le correnti e il territorio. A bordo non c’è nessun volante ma solo il vento da seguire».
Stefano continua, «è considerato uno dei mezzi più sicuri, ha pochissime parti tecniche che si possono danneggiare e se il pallone dovesse bucarsi, il mezzo è controllabile fino ad uno strappo di un metro o due. La cosa più pericolosa che può succedere è la perdita di gas ma siamo attrezzati anche in quel caso. Certo, meglio che non succeda». Prima di partire è necessario comunicare il piano di volo alla torre di controllo di Malpensa e una volta in quota segnalare ogni trenta minuti la propria posizione, indicare la base di decollo e di atterraggio.
Stefano appena può tira fuori il “grande cestino”, circa due metri per uno, e gonfia il suo pallone bianco e rosso per guardare il mondo dall’alto, «è un volo silenzioso. Ieri ho fatto il mio primo giro vicino casa, sono partito da Locate Varesino, ho fatto check a Fagnano e da lì sono andato a Arsago Seprio dove sono atterrato nel campo dell’oratorio». Intanto sogna di sorvolare le Alpi e di fare una traversata sul mare. Il costo di una mongolfiera? Circa trenta mila euro ma il panorama è assicurato.
Per continuare a seguire le avventure di Stefano potete visitare il suo sito qui.
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