Quando i motorini andavano a miscela. Lo racconta il Museo Fisogni
Allestito in una cascina ristrutturata di Tradate, espone 5.600 pezzi provenienti da tutta Europa. Pompe di benzina, targhe, compressori, oliatori, grafiche pubblicitarie, gadget, giochi e progetti dal 1892 al 1990
«Un tempo le moto andavano a miscela, benzina e olio, ma non erano molto amate dai benzinai, perché ci dovevano perdere tempo, senza un adeguato guadagno, e soprattutto dovevano pagare una doppia tassa». Se volete vedere un vecchio miscelatore per le moto dovete andare a visitare il Museo Fisogni di Tradate, dove Guido Fisogni e suo figlio Nicolò hanno allestito una vera e propria collezione di cimeli appartenenti a stazioni di servizio di varie epoche.
Tutto è iniziato più di 50 anni fa, quando il signor Fisogni, all’epoca imprenditore edile specializzato proprio nella costruzione di stazioni di servizio, durante alcuni lavori ha scorto abbandonato in una cava un distributore di benzina. «Mi sembrava un vero peccato che fosse lì, destinato a marcire. E allora mi sono detto: perché non recuperarlo? Il progetto del museo è iniziato così».
Oggi in una antica cascina adiacente a Villa Castiglioni, ristrutturata appositamente per accogliere il museo, sono esposti ben 5.600 pezzi provenienti da tutta Europa. Pompe di benzina, targhe, compressori, oliatori, grafiche pubblicitarie, gadget, giochi e progetti, tutti oggetti unici raccolti e restaurati fedelmente, che rappresentano la storia delle stazioni di servizio dal 1892 al 1990. Tra questi anche pezzi rari, come un distributore disegnato dall’architetto Piacentini in perfetto stile littorio con stampigliata la scritta “benzina pura”. La collezione è la più completa al mondo tanto che nel 2001 è stata insignita del certificato Guinness World Records.
Alcuni pezzi e lo stesso museo sono stati protagonisti di produzioni cinematografiche, televisive e pubblicitarie, come ad esempio la fiction Rai “Il Grande Fausto”, lo spot della Tim con Naomi Campbell, la presentazione della Levorg della Subaru, solo per citarne alcuni.
Per molti anni il museo è stato ospitato a Palazzolo, poi nel 2015 dopo 15 anni di chiusura ha riaperto a Tradate. «La mia azienda negli anni d’oro – racconta Guido Fisogni – ha avuto oltre cento dipendenti. Eravamo tra i leader in Europa e costruivamo stazioni ovunque, anche in Albania. Il mio preferito? Un distributore sulla Como-Milano vicino a Fino Mornasco».
Il figlio Nicolò ha deciso di non continuare con l’attività del padre. Laureato in Bocconi ha aperto una propria attività. Con una piattaforma digitale internazionale conduce ricerche di mercato, continuando però a dedicare una parte del suo tempo alla gestione del museo. «Abbiamo partecipato a Eicma – dice Nicolò – riscuotendo l’interesse di molti motociclisti. La proposta di Varese terra di moto, (VaTm, ndr) promossa dalla Camera di Commercio, ci ha convinto perché ragiona in un’ottica di sistema».
Il museo Fisogni, ampliato con una sala per eventi aziendali, entra così a far parte del circuito di VaTm che a Tradate può contare anche su un’altra presenza storica importante legata alle motociclette: il museo della Frera. «Noi crediamo in questo progetto perché il nostro museo- conclude Nicolò -può essere una tappa culturale importante all’interno di un tessuto industriale che esprime marchi che hanno fatto la storia della motocicletta nel mondo e continuano a farla».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Felice su "Palestre e scuole sono una priorità": il presidente della Provincia parla dei problemi edilizi nei licei di Varese, Sesto e Saronno
axelzzz85 su Investito sulle strisce pedonali a Varese. Uomo di 76 anni soccorso in viale Borri
Alberto Gelosia su Intitolazione di Malpensa a Silvio Berlusconi, il ricorso al Tar parte da tre Comuni del Varesotto
MarcoR su Intitolazione di Malpensa a Silvio Berlusconi, il ricorso al Tar parte da tre Comuni del Varesotto
Felice su Il valore aggiunto dell’exchange: Elisabetta si riscopre ad Ottawa
Felice su Intitolazione di Malpensa a Silvio Berlusconi, il ricorso al Tar parte da tre Comuni del Varesotto
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.