Statistiche del trading online in crescita

Oltre il 50% degli italiani ha scelto la negoziazione digitalizzata per incrementare le proprie entrate

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Trading online: il caso

Il trading online fa la sua comparsa in Italia nel’anno 1999 e a partire da quel momento la sua crescita, seppur abbia registrato dei momenti di stasi, è progredita con un trend in rialzo, tanto che oggi è possibile accedere al trading online anche attraverso il proprio conto corrente bancario e il numero degli addetti è cresciuto esponenzialmente.

Il trading online quindi sembra non aver mai conosciuto una crisi per così dire irreversibile, al contrario, i dati a riguardo sono la testimonianza di come sempre più italiani, addirittura oltre il 50% di loro abbia scelto la negoziazione digitalizzata per incrementare le proprie entrate. Una significativa percentuale ha scelto addirittura di farne una professione.

I sondaggi rivelano che la maggior parte degli utenti ha scelto come intermediario la propria banca, compiendo quindi operazioni finanziarie attraverso l’home banking, investendo cioè su una serie di soluzioni proposte dalla propria banca di riferimento.

Prima di proseguire vogliamo indicarti un sito che spesso leggiamo in merito al trading online: tradingonline.me

Ma esistono anche altri operatori e tra questi ricordiamo le banche specializzate che offrono servizi professionali supplementari; le società d’intermediazione immobiliare, altrimenti dette SIM e consigliate ad utenti esperti; i broker specializzati nel trading sui cambi o sui contract for difference; i broker esteri quasi tutti concentrati su Forex e CFD.

Perchè la gente investe nel trading?

In una situazione economica qual è quella attuale, in un momento storico in cui assistiamo da una parte alla fuga delle eccellenze italiane e dall’altra al crescere del tasso della disoccupazione, si è insinuata la volontà di reinventarsi e di dare uno sguardo alle tante opportunità di guadagno che la rete offre.

Tra queste il trading online è l’attività che sta facendo il più alto numero di proseliti e il motivo è da ricercare in quel passaparola che si è instaurato tra gli addetti i quali riportano testimonianze di guadagni progressivamente più alti, proporzionati cioè al tempo dedicato, alle cifre investite e alle competenze acquisite.

Quanto a quest’ultimo punto vorremmo infatti precisare che è impensabile fare trading online se non si dispone di un’adeguata preparazione in materia. Sul web spopolano i corsi sulle tecniche di trading e i broker stessi pubblicano gratuitamente grafici che riassumono il trend storico dei mercati borsistici, utili a facilitare il compito di compiere investimenti più assennati.

Fatta questa premessa, esistono poi ulteriori ragioni per cui si investe nel trading, ragioni tecniche e più strettamente legate alla natura di quest’attività, ovvero:

  • è un’attività senza orari fissi, attiva 24 ore su 24 e ciò consente al cliente di realizzare i suoi investimenti direttamente dallo smartphone o da un qualsiasi dispositivo tecnologico che gli dia accesso velocemente e in sicurezza ai servizi bancari;
  •  il trading online permette di realizzare investimenti su misura, auspicabilmente rapportati alla propria liquidità e con commissioni più basse rispetto a quelle calcolate dalle banche tradizionali;
  •  gli investimenti possono essere gestiti in modo oculato grazie alla studio dei grafici di andamento di azioni e titoli e anche avvalendosi del cosiddetto calendario economico;
  •  è possibile investire anche nei mercati esteri attraverso il Forex, vale a dire il mercato valutario il quale si caratterizza per costi operativi bassi e guadagni proporzionati al tempo dedicato.

Trading online: l’evoluzione del 2017 

Dopo alcuni anni in cui lo sviluppo del trading online ha subito un rallentamento, oggi, in seguito a quanto emerso dai dati pubblicati dall’Annuario italiano del Trading Online, possiamo affermare che la compravendita di titoli finanziari cresce con più regolarità.

Secondo i dati dell’Annuario, a settembre 2017 ben 132 erano i broker on line autorizzati dalla Consob ad operare nel nostro paese, contro i 120 del 2016 e 118 nel 2015.

Nel 2017 il settore riprende quota soprattutto grazie all’incremento del mercato Forex e dei cosiddetti contratti per differenza (CFD), vale a dire quegli strumenti finanziari simili a un indice o a una quota azionaria che consentono di negoziare gli indici di borsa.

I professionisti del settore specializzati in Forex e in CFD sarebbero 74 e 13 di questi sarebbero specializzati in opzioni binarie. Inoltre, nello scenario italiano possiamo annoverare 9 banche d’intermediazione, di cui quattro offrono anche servizi bancari, e cioè Fineco, Banca Sella-Sella.it, Webank e IW Bank.

Poi si contano 8 Società di intermediazione mobiliare, 2 delle quali hanno un focus specifico sui fondi d’investimento online. Dei 132 broker a cui fa riferimento l’Annuario, 106 sono stranieri che non operano direttamente dall’Italia ma sono raggiungibili in rete.

Tali intermediari consentono ai clienti di fruire di ben 151 piattaforme on line. Ma puntualizziamo che sempre secondo l’Annuario, la crescita degli ultimi anni sarebbe ascrivibile a strategie affinate e messe in atto dai broker stessi più che all’andamento spontaneo del mercato.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Dicembre 2017
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