Arch+Art, protagonista le opere di Trezza e Regidori
La doppia esposizione, nella sede dell’Ordine degli architetti in via Gradisca 4, rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 7 marzo (orari d’ufficio)
TreRe, come Trezza Raffaele e Regidori Cinzia, ma anche come 3 regole: ovvero
sperimentare, creare e restituire una nuova vita agli oggetti e ai materiali. Saranno
le opere realizzate a quattro mani da Trezza e Regidori a caratterizzare il prossimo appuntamento di Arch+Art. E i quadri e le sculture firmati da questa coppia molto creativa saranno illuminati dalle lampade artistiche realizzate dal designer artigianale Giovanni Dal Cin.
La doppia esposizione, inaugurata qualche giorno fa nella sede dell’Ordine degli
architetti di Varese in via Gradisca 4, rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 7 marzo (orari d’ufficio).
L’arte a quattro mani, e su un’unica tela, di Trezza e Regidori prende forma la prima volta nel 2008, quando ai due architetti artisti viene commissionata un’opera che si discosta completamente dai loro percorsi creativi esplorati fino a quel momento: gli acquarelli per Cinzia e le miniature a china per Raffaele. Dopo l’opera prima, infatti, la materia diventa il centro delle loro creazioni, tanto che nei loro quadri e nelle loro scultore ci sono: il ferro, «meglio se arrugginito perché significa che ha già vissuto una vita ed è pronto a viverne un’altra dentro l’opera d’arte», spiega Cinzia Regidori; ma anche cavi elettrici, plastica bruciata per diventare un’opera in omaggio a Burri e le colle, plasmate e scavate così da renderle simili a incisioni o scrittura.
«Ogni nostra opera – continua Regidori – è una sfida. L’obiettivo è riuscire a ridare agli oggetti e ai materiali che usiamo una nuova vita, un nuovo significato. Non più
legato a quello che un tempo avrebbe potuto essere il loro impiego, ma nuovo,
differente e inserito in un contesto artistico».
Insomma l’arte come ricerca personale, ma anche come rinascita e “ribellione” per i materiali e gli oggetti che non sono più ciò che erano un tempo, ma qualcosa di nuovo. Saranno dieci le opere di Trezza e Regidore esposte in via Gradisca: 5 quadri e altrettante sculture, tutte da osservare e indagare.
La mostra potrà contare anche su una seconda sezione, dedicata al design e composta dalle lampade di Giovanni Dal Cin. Queste opere aiuteranno a “fare luce” sul fil rouge che caratterizza l’esposizione: il riuso. Un concetto che ha certamente
una valenza ambientale, una economica legata al risparmio e una terza declinazione, intrinseca alle opere dell’artista, che è quella della memoria.
Dal Cin, che per le sue creazioni utilizza elementi di design industriale di recupero provenienti da demolizioni e vecchi attrezzi da lavoro, infatti, oltre a restituirgli una nuova funzione, lascia una traccia di ciò che sono stati. Ma la sua non è pura arte conservativa, ma piuttosto una produzione capace di fare da ponte tra passato, presente e futuro, poiché l’artista completa le sue opere con l’utilizzo della tecnologia contemporanea.
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