Una “Casa delle mamme” nel futuro dell’Ondoli

Il progetto ha incontrato l'interesse dell’assessore regionale alla sanità Gallera e, ora, passerà al vaglio del Comitato percorso nascite regionale

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L’attività del punto nascite dell’Ospedale Carlo Ondoli potrebbe essere arrivata a una svolta. Il reparto, che attualmente si trova ad operare in una situazione di forte difficoltà a causa della mancanza di personale e risorse, sembra essere ormai arrivato al capolinea ma potrebbe avere nel futuro un’evoluzione importante.

Al vaglio della Regione c’è infatti un progetto volto a realizzare una Casa delle Mamme proprio nella struttura angerese. Un modello che, qualora dovesse entrare a regime, potrebbe essere replicato anche in altre situazioni lombarde dove i punti nascite non riescono a raggiungere il numero minimo di 500 parti, richiesto dalle normative.

Nella giornata di ieri, in Regione Lombardia, a seguito degli incontri con i rappresentanti dell’Ambito Territoriale di Sesto Calende, l’assessore alla sanità Giulio Gallera ha ricevuto anche una delegazione dell’associazione Amor (le mamme che da oltre un anno lottano per far valere l’importanza e la necessità di mantenere attivo questo servizio per il territorio del Basso Verbano) insieme alla loro consulente, Nadia Rovelli, attuale presidente del Ordine Professione Ostetrica interprovinciale di Bergamo, Cremona, Lodi Milano e Monza Brianza.

«Con Nadia Rovelli – spiegano i portavoce di Amor – è inziata da tempo una collaborazione molto preziosa e, accanto a lei, si impegnerà anche un’ostetrica varesina, Marta CampiottiIl nostro progetto Casa delle mamme presentato a novembre 2017 come bozza, come idea formulata da semplici cittadini, in questi mesi è stato sottoposto a esperti e addetti ai lavori, medici e ostetriche: con loro sta prendendo e prenderà la forma definitiva. Il lavoro continua e, ieri, c’è stato un preziosissimo nuovo confronto con l’assessore al Welfare e con il presidente della Commissione Sanità, Emanuele Monti».

Punto Nascite verso la chiusura

Il tutto parte dalla considerazione che il Punto nascite attuale, così come è in funzione ora, è destinato a chiudere e, attualmente, è poco sostenibile: «Un grazie enorme – proseguono le mamme – va a chi ancora sta lavorando per tenerlo aperto, come sempre. Grazie ai medici, alle ostetriche e alle infermiere che, con una fatica enorme a causa della carenza di personale, hanno comunque garantito la totale sicurezza e la qualità altissima del servizio alle mamme e ai neonati. Ora,il Punto nascite si dovrà evolvere, trasformare in qualcosa di nuovo: Angera può diventare un modello di centro nascita qualificato, di riferimento alle donne con una gravidanza e parto a basso rischio, l’abbiamo sempre sostenuto, per altri piccoli ospedali che vivono lo stesso dramma della chiusura dei reparti con la perdita dei servizi alle famiglie e della qualità dell’assistenza».

Le prossime tappe

«L’assessore al Welfare e il presidente della Commissione Sanità – proseguono le rappresentanti dell’associazione – hanno molto apprezzato il nostro progetto che, ora, passerà al vaglio del Comitato percorso nascite regionale: saranno gli esperti di Regione Lombardia a stabilire come potrà svilupparsi e quale forma definitiva dovrà avere questo progetto. Ci vorrà un mese, un mese di confronti e di studio, per arrivare al responso definitivo. La nostra idea di Casa delle mamme, grazie alla collaborazione di Nadia Rovelli e Marta Campiotti, vorrebbe prendere la forma concreta di un Centro nascite a gestione ostetrica: esempi analoghi sono raccomandati dalle evidenze scientifiche, ne esistono in altre regioni e in molti Paesi europei, ma qui vorremmo fosse innovativo e da esempio per altre realtà simili della Lombardia. Questo Centro, che punta sulla qualità dei parti fisiologici, vorremmo integrarlo, non solo affiancarlo, al progetto molto importante che, in questi mesi, sarà messo a punto dai primari dell’ospedale Del Ponte di Varese, il professor Ghezzi e il dottor Agosti, in collaborazione con i medici e ostetriche dei reparti angeresi, in particolare per implementare i servizi pre e post parto e per la Pediatria. Tutto naturalmente va realizzato secondo i parametri di sicurezza previsti per queste strutture».

La collaborazione con Varese

«Più ci lavoriamo e più abbiamo conferme che il nostro progetto Casa delle mamme, in ospedale, può essere innovativo per i piccoli ospedali lombardi, è attuabile con spese contenute ed è l’unica strada praticabile, per un’area periferica come la nostra, per continuare ad avere la possibilità di vivere l’esperienza del parto in qualità, sicurezza, in rete con un Hub, ovvero un grande ospedale. C’è molto da fare, ma basta volerlo: lo sforzo che chiediamo ai primari di Varese, ai medici di Angera, alle ostetriche e agli altri esperti della Commissione percorso nascite vuole dimostrare, e siamo certi di riuscirci, che soluzioni valide e alternative per il nostro ospedale esistono e che il territorio, la gente, i semplici cittadini possono contribuire a costruire la soluzione ideale».

Maria Carla Cebrelli
mariacarla.cebrelli@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Giugno 2018
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