Incursione in consiglio comunale, minacce al sindaco
Contestazione minacciosa di un gruppo di anarchici: "Guardati le spalle". Condanna di tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione

Nella serata in cui si discuteva soprattutto dello sgombero dei sinti (anche se poi non sono mancati altri temi), nell’aula del consiglio comunale irrompe la contestazione contro il sindaco Andrea Cassani. Accompagnata anche da esplicite minacce, che hanno portato ogni forza dell’assemblea civica – maggioranza e opposizione – a una condanna esplicita.
Si era appena concluso il doppio intervento del sindaco Cassani e del suo vice Moreno Carù. «Ci vediamo presto Cassani, è finita la pacchia! Basta guerra ai poveri» hanno urlato all’inizio dall’alto dei banchi, usando lo stesso slogan che campeggiava sullo striscione srotolato, che la Polizia Locale e la Digos (presente anche il commissario Luigi Marsico) hanno provveduto poi a strappare dalle mani del gruppo di militanti anarchici cittadini.
È stato nelle fasi concitate che sono risuonate anche le espressioni minacciose. «Prima poi i poveri ti faranno il c..o», prima di un ancor più esplicito «Guardati le spalle».
Immediata la condanna di tutte le forze politiche del consiglio: «Massima condanna per quanto accaduto, massima solidarietà nei confronti del sindaco per le gravi minacce», ha esordito il vicesindaco Moreno Carù. «Condanno quanto abbiamo assistito, l’aspro confronto non giustifica mai le minacce», ha poi aggiunto Giovanni Pignataro del Pd, che ha ricordato anche che gesti minacciosi sono «controproducenti anche per le persone che si dice di voler difendere». Giuseppe De Bernardi Martignoni ha parlato di «atto intimidatorio grave» e ha auspicato un intervento dell’autorità giudiziaria. Condanna anche da Deligios (Lega), Martucci (Forza Itali) e Barban (Città e Vita).

Sprezzante è stato invece il commento dello stesso Cassani, che ha parlato di «zecche comuniste», di «cinque-dieci ragazzetti con le loro fidanzatine». Più volte, anche dai banchi della giunta, è arrivato l’invito a identificare le persone che hanno partecipato alla contestazione e quelle che hanno urlato frasi minacciose.
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