Consulte, “prendiamola come una sperimentazione per due anni”

Giuseppe De Bernardi Martignoni, di Fratelli d'Italia, critica però le motivazioni: "Non si può ridurre la democrazia al costo del voto". Chiede modifiche e sprona l'assessore Mazzetti: "Deve coinvolgere di più le consulte"

Giuseppe De Bernardi Martignoni

«Avrei voluto una relazione più articolata per spiegare modifiche così radicali». Giuseppe De Bernardi Martignoni, consigliere di Fratelli d’Italia, è perplesso di fronte alla bozza di nuovo regolamento delle Consulte, che prevede che i “parlamentini” siano eletti non più dai cittadini, ma dai consiglieri comunali.

«Ma il nuovo regolamento si può prendere come sperimentazione per i prossimi due anni: vedremo poi se ha funzionato».

Alfiere della destra sociale nella città dei due galli, Martignoni premette: «Ho sempre condiviso l’idea di dare voce direttamente al popolo, anche per la mia formazione politica. Il prezzo della democrazia non si può ridurre al costo», dice riferendosi alle parole dell’assessore Claudia Mazzetti, che ha richiamato l’aspetto economico considerato troppo oneroso.

«Dispiace anche che ci sia anche una percentuale di votanti sparuta, sono d’accordo. Ma di contro frequentando i social noto che il cittadino comune è molto bravo a denunciare, meno a cercare insieme le soluzioni. Preferisce più la partecipazione virtuale che reale: questo è il dato da cui partire». Detta in modo più franco: ci vuole tempo per creare partecipazione e forse meno di due anni sono un periodo sufficiente.

Date le premesse, il giudizio di Martignoni è critico: «Avrei gradito una relazione più articolata sulle motivazioni di un cambio così radicale: mi sembrano sì motivazioni importanti, ma non vitali».
Quando il nuovo regolamento andrà in consiglio comunale lo voterà? «L’esecutivo ha deciso di sperimentare un’altra modalità di elezione e io rispetto questa scelta. Dico però: verifichiamo prima della fine del mandato. Se non funzionasse prima di fine mandato si potrebbe arrivare a proporre un’altra soluzione». Cioè a rivedere le modalità.

Martignoni propone invece una revisione su un altro punto: «Credo sia necessario introdurre un numero di firme minime per candidarsi e un programma minimo: un programma di azioni, idee e impegni da prendere, più che il curriculum. Anche perché io sono convinto che non dipende dal curriculum la valutazione: dall’umile tassista come sono io al magnate, tutti devono potersi candidare».

Infine il consigliere di Fratelli d’Italia puntualizza anche sull’esito di questi due anni di operatività delle consulte, che (salvo che per Sciarè-Cedrate) sono state sostanzialmente bocciate dall’assessore Mazzetti.
«Alcune persone sono entrate da zero, capire come muoversi richiede tempo. Meritevole il lavoro di Sciarè e Cedrate, ma ad esempio anche ad Arnate-Madonna in Campagna si è fatto un buon lavoro, la Consulta ha dato buone idee all’amministrazione. Ed è presente: l’attenzione al tema dei migranti in via Ranchet non si misura con le sedute di Consulta, per esempio. Alla fine credo che tutte consulte hanno messo impegno e hanno avuto ognuna sue particolarità. Devono fare di più ma anche da parte dell’amministrazione serve più impegno per coinvolgere le Consulte: l’assessore Mazzetti si faccia carico di coinvolgerle ancora di più, in linea con il programma del centrodestra».

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Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 16 Gennaio 2019
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