Preghiere a San Gemolo perché porti la pioggia
Nel momento dell'emergenza incendi in Valganna la proposta di un pellegrinaggio alla fonte di San Gemolo, anticamente invocato dai contadini per il dono della pioggia

Nelle drammatiche giornate della lotta contro il fuoco in Valganna, c’è anche chi ha pensato di rispolverare un’antica tradizione delle valli varesine legata al culto di San Gemolo, invocato dai contadini per chiedere la pioggia.
In queste ore sta infatti girando un messaggio per organizzare un pellegrinaggio alla fonte di San Gemolo: “In passato, quando c’era fede, la gente di Ganna e della valle andava in pellegrinaggio alla fonte di San Gemolo per impetrare dal santo Patrono il dono della pioggia – dice l’ideatore dell’iniziativa – Testimonianze dicono che la pratica era sentita e sempre ascoltata. Per questo motivo, con lo stesso spirito di fede, propongo di trovarci domani pomeriggio, sabato 12 gennaio, alla Badia di Ganna alle 14.00, per poi andare a piedi fino alla fonte ed elevare a San Gemolo un’accorata supplica. Io e mia sorella andremo comunque, anche da soli, se qualcuno vuole condividere questo gesto sarà benvenuto”.
Secondo quanto si legge nel sito dedicato al santo, quando, nel XIV secolo, iniziarono in Valganna i lavori per la costruzione di un oratorio da intitolare a San Gemolo, si aprì tra le fondamenta, una nuova sorgente. Il fatto fu letto come miracoloso e questa nuova cappella divenne meta di pellegrinaggi per implorare il dono della pioggia: “Le popolazioni della valle, durante le siccità, si recavano in processione presso questa sorgente per raccogliere l’acqua che poi avrebbero sparso sui campi per invocare la pioggia e la protezione dei raccolti”.
Una devozione che assunse, nel corso del Seicento e Settecento, contorni molto ampi, con processioni documentate da tutta la Lombardia e dal Piemonte per raccogliere le acque di San Gemolo da spargere sui campi.
Si narra anche della tradizione di recarsi alla fonte presso la quale era avvenuto il martirio per raccogliervi, come reliquie, i cosiddetti sassi rossi, piccoli frammenti di porfido che una microscopica alga rossa rende di un colore ancora più acceso e che la tradizione popolare identificava come gocce del sangue del martire.
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