Continua la raccolta firme sul reddito di maternità
Il Popolo della Famiglia ha già raccolto a livello nazionale il numero di firme sufficienti: ma vuole arrivare alla fine dei sei mesi di raccolta con un numero di consensi ancora più importante
Arriva al rush finale la raccolta firme sul reddito di maternità, la proposta di legge di iniziativa popolare presentata il 28 novembre scorso in Cassazione dal Popolo della Famiglia e che ha superato a febbraio il traguardo delle trentamila firme certificate raccolte ai gazebo.
Il Popolo della Famiglia di Varese ha annunciato per il mese di marzo una “mobilitazione straordinaria” per raccogliere nei prossimi quattro fine settimana – in gazebo posizionati in vari punti del centro di Varese – le firme mancanti per toccare il traguardo delle 50mila firme richieste dalla legge: «Le norme ci consentono di proseguire la raccolta fino al 27 maggio, sei mesi dopo il deposito in Cassazione, ma vista la risposta della cittadinanza, che ha accolto molto favorevolmente la proposta, toccheremo il traguardo necessario con due mesi di anticipo – ha commentato la presidente del circolo di Varese, Gabriella D’Amato – Poi proseguiremo per sommergere le Camere con centocinquantamila firme, il triplo di quelle richieste dalla legge. Perchè la denatalità è la prima tragedia nazionale e il Parlamento non ha fatto assolutamente nulla per combatterla».
Se la proposta dovesse passare in Parlamento, il reddito di maternità verrebbe riconosciuto a tutte le donne che al momento della nascita di un figlio non possano contare su altri redditi e intendano dedicarsi in via esclusiva alla crescita e alla cura della prole: si tratta di una indennità esentasse di mille euro al mese per i primi otto anni di vita del figlio, rinnovabili alla nascita del secondo figlio, vitalizi in caso di quattro figli o di nascita di un figlio disabile.
Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia, spiega: «Da dove prenderemo i soldi? Dall’abrogazione del reddito di cittadinanza, che è una misura assistenziale che non genera ricchezza. Il reddito di maternità è invece un investimento sulla famiglia e sulla natalità, non è assistenza, è riconoscimento di un diritto fondamentale delle donne: quello alla cura dei figli. E in una stagione in cui figli non se ne fanno più, la maternità assume una funzione sociale che va riconosciuta, perché le mamme non sono donne di serie B se intendono dedicarsi in via esclusiva alla crescita dei figli. Sono eroine benemerite in una società che altrimenti muore».
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