“Si può combattere il degrado con la bellezza e il senso civico”

Quattro chiacchiere con Gilda Donolato, che ha deciso di organizzare in via Cairoli il "mercatino degli artisti e degli hobbisti" per contrastare lo svuotamento della via

Dentro Biumo: Gilda Donolato

Il quartiere di Biumo a Varese è un simbolo: è uno dei più antichi e storici, ha un importante tasso di attività culturali, una vitalità anche commerciale che nei quartieri è ormai merce rarissima. In questi tempi però, Biumo è diventato il simbolo del disagio di una città. Ma è davvero così? Quanto c’è di degrado, quanto di trasformazione sociologica e quanto di scelte urbanistiche? L’unico modo per scoprirlo è andare, fisicamente, in quel quartiere e vederlo, anche con gli occhi dei suoi abitanti. Per capire quali sono le luci e quali le ombre di uno dei quartieri più antichi della città.

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A volte quello che non è perfetto si può migliorare con la buona volontà: anche la vita di un quartiere cosi particolare come quello di Biumo, a Varese. E se c’è chi manifesta e giustamente richiama le Istituzioni ad un migliore controllo di quartiere, c’è anche chi Biumo prova ad “aggiustarlo da solo”. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Gilda Donolato, che ha deciso di organizzare in via Cairoli il “mercatino degli artisti e degli hobbisti” per contrastare lo svuotamento della via.

Il suo negozio, in via Cairoli «E’ nato nel 2011 come negozio di animali. Poi l’ho ampliato e l’ho fatto diventare un bazar, dove si trova di tutto un po’» spiega. E proprio da qui ha pensato di organizzare questo mercatino, che nelle prime due edizioni ha organizzato per Natale, e ora ha chiesto al comune di ampliare in forma di appuntamento fisso, il primo e il terzo sabato del mese: le prime due occasioni sono state sabato 2 e sabato 16 marzo.

«L’ho chiamato mercatino degli hobbisti e degli artisti perchè voglio far diventare via Cairoli un punto di riferimento artistico e culturale. Abbiamo già il liceo musicale e la Biblioteca dei Ragazzi, io stessa scrivo – prevalentemente poesie – per cui ho preso diversi premi. Amo l’arte e la cultura, e mi piacerebbe per questo dare un tocco anche culturale nel mercatino, avvicinando le vare forme d’arte: dalla pittura alla bigiotteria con le cialde, dall’intaglio del legno alle lavorazioni in cuoio».

Quella del mercatino – L’ultimo si è svolto sabato scorso, 16 marzo – è pensata come una iniziativa per valorizzare e animare in particolare via Cairoli, dove le bancarelle si radunano, soprattutto sotto i portici. Ma anche per fare qualcosa per il quartiere di Biumo. «Io non abito a Biumo, abito in viale Borri. Ma a Biumo sono legata fin da quando ero ragazzina, perchè in via Cairoli avevo la mia maestra di pianoforte – spiega Gilda  – E poi ho sempre amato Biumo anche per l’importanza storica che ha, visto che è la castellanza piu antica di Varese. Quando ho aperto questo negozio, ho respirato aria di famiglia, lo vivo come una casa».

Gilda non nasconde i problemi del quartiere: «Certo, ci può essere il delinquente o lo spacciatore. Ci sono anche in altre parti della città. Ma io penso che il cittadino semplice possa abituarsi all’impegno civico. Per esempio, agli espositori che fumano io fornisco subito un portacenere: dico loro “Voi la mattina trovate il portico pulito perché passo prima io a metterlo in ordine e a spazzare, vi chiedo gentilmente di osservare le stesse piccole ma grandi attenzioni: tenere pulito, presentarsi bene e decorosamente”. La sera quando gli espositori vanno via, tutto è in ordine e pulito: questa è una cosa che a me rende orgogliosa».

Una filosofia che Gilda mette in pratica quotidianamente: «Dobbiamo essere noi i primi a dare il buon esempio. Cosi alla mattina quando arriva pulisco davanti al negozio: alle sette arrivo con il mio spazzolone, il mocio e la candeggina a ripulire, visto che di notte ci sono anche i signori che fan le loro cose – continua Gilda – Ma io penso di combattere il degrado con il nostro senso civico: gli esempi valgono sempre piu delle parole. Quando io pulisco nel mio negozio, magari uno pensa “toh, quasi quasi se pulisce lei pulisco anch’io”. Se dò il portacenere per non buttare le cicche, chi ha una cicca in mano si dice che è un peccato sporcare il portico».

Gli espositori del mercatino, per ora, sono circa 15: «Io li sento volta per volta, altri si possono candidare venendo da me in negozio: preferisco prima guardare e parlarci, per capire che genere di cose fanno e se non sono ripetitive».

I partecipanti sono più che altro degli appassionati, che mettono in mostra i loro talenti: «Mi si è appena aggiunta una signora pensionata che fa intagli in cuoio: era una cosa nuova, l’ho apprezzata e aggiunta volentieri. Poi ci sono anche pittori autodidatti e ho una espositrice che intaglia il legno col seghetto a mano bravissima».

«Bisogna riabituare le famiglie a riscoprire la voglia di passeggiare e conoscere il quartiere. questo è un modo di combattere il degrado: un quartiere vivo fa meno paura – conclude – Chi abita in queste zone mi ha detto “Ci sentiamo piu rincuorati se vediamo il passaggio della gente che viene a dare un’occhiata al mercatino” E poi, chissà, mi piacerebbe che qualcuno passasse di qui e gli venisse voglia di investire. Ormai sono parecchi i negozi vuoti in via Cairoli: all’angolo con via Carcano i negozi sono chiusi e danno una brutta impressione. Sembra che in questa via non ci sia nessuno, e non è vero. Abbiamo bisogno di non sentirci soli: se noi molliamo, è un peccato per tutti».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 21 Marzo 2019
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