Clima: siamo a un punto di non ritorno?

Nuovo appuntamento al cinema Grassi con la serata organizzata dal Gruppo Astronomico Tradatese

Clima

Dopo il successo della serata di Lunedì 8 Aprile al nuovo Cine GRASSI (cinema esaurito e gente in piedi) durante la quale Cesare Guaita e Luigi Bignami hanno parlato dell’evoluzione passate e recente del Clima nell’ambito del Festival della Cultura 2019, il GAT, Gruppo Astronomico Tradatese completerà il discorso Lunedì 15 Aprile, h21 sempre al Cine GRASSI, presentando una serie davvero shoccante di filmati su danni ormai visibili del riscaldamento globale.

Relatore sarà Giuseppe Palumbo, esperto di cinematografia scientifica che presenterà importanti documenti sul tema: PUNTO DI NON RITORNO? La verità è che, proprio in questi mesi l’ Anidride carbonica in atmosfera ha raggiunto il valore record di 411 ppm (parti per milione), quantità raggiunta in meno di 100 anni e mai così elevata da migliaia di anni. Questo ha innalzato in un secolo di circa 1°C la temperatura del pianeta, con una tendenza che sembra non mostrare rallentamenti: un grande rischio, perché i principali modelli climatici affermano che un innalzamento di 2°C sarebbe un limite di non ritorno, nel senso che la Terra continuerebbe a scaldarsi senza limiti con conseguenze catastrofiche.

Eppure, sembra che la politica ( o meglio i politici più influenti del pianeta) faccia poco o nulla per correggere la situazione. Tanto è vero che ogni anno si producono quattro miliardi di tonnellate di rifiuti ogni anno e 1,5 miliardi di veicoli. Se il pianeta continuerà a surriscaldarsi al ritmo attuale, alla fine del XXI secolo la temperatura si sarà alzata di 4 gradi, con alluvioni catastrofiche, siccità, isole perse per sempre, ghiacciai sciolti e immani migrazioni. I colpevoli del riscaldamento globale sono presto noti: i combustibili fossili, i trasporti, il cemento, la deforestazione, l’agricoltura e l’allevamento intensivo. Le attività umane emettono ogni anno 27 miliardi di tonnellate di CO2. I combustibili fossili, carbone, petrolio e gas incidono al 64% sull’aumento di CO2 in atmosfera. La deforestazione (dovuta al traffico di legname e alle coltivazioni di palma da olio) incide per un altro 34%. Il resto è prodotto dagli allevamenti e dall’agricoltura intensiva. Come detto, i costi di questa situazione saranno salatissimi: alluvioni, siccità, malattie, guerre, migrazioni. Soprattutto, però, i danni sono ormai sotto gli occhi di tutti: è lunedì 15 Aprile 2019, h 21 il dott. Palumbo ne parlerà ampiamente al Cine GRASSI.

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Pubblicato il 13 Aprile 2019
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