Povertà e maltrattamento sui minori: il nesso è strettissimo

Secondo il rapporto del Cesvi sull'infanzia in Italia quasi un bambino su 3 (il 32, 8%) è a rischio di povertà o esclusione sociale. La situazione è più critica al Sud

Generico 2018

L’ultimo rapporto del Cesvi sul maltrattamento infantile in Italia, appena presentato, sottolinea una correlazione strettissima tra i soprusi a danno dei minori e la povertà non solo economica, ma anche relazionale ed educativa del contesto in cui vivono i bambini.
La situazione risulta decisamente peggiore nelle regioni del sud mentre la Lombardia si posiziona nuovamente al nono posto, tra le “regioni stabili” dove, a fronte di criticità ambientali e sociali basse, le istituzioni rispondono con un sistema di servizi più basso della media nazionale. La Campania rimane fissa in ultima posizione, preceduta Sicilia, Calabria e Puglia. Male anche Abruzzo e Lazio.

Sono 1 milione e 208 mila i minori che vivono in una situazione di povertà assoluta in Italia, al sesto posto tra i Paesi con le peggiori performance in Europa, con il 32,8% dei bambini a rischio di povertà o esclusione sociale.
Tra le città metropolitane, i comuni capoluogo più vulnerabili sono quelli del Mezzogiorno: Napoli, e a seguire Catania e Palermo, sono le città che presentano maggiori criticità a livello sociale e materiale. Questi comuni sono più predisposti degli altri agli effetti della crisi economica e in essi convivono strati sociali potenzialmente più deboli.

I dati presentati dal Cesvi sono il risultato dell’aggregazione di 64 indicatori relativi ai fattori di rischio e ai servizi offerti sul territorio, che individuano aree critiche e best practice nelle diverse regioni italiane: la Lombardia rimane stazionaria sia per i fattori di rischio sia per i servizi nell’ambito della prevenzione e cura del maltrattamento all’infanzia, ricoprendo anche nel 2019 il nono posto nella graduatoria regionale italiana. Scendendo nel dettaglio la Lombardia è al 3° posto per capacità di acquisire conoscenza e sapere mentre scende al 8° posto per capacità di vivere una vita sana. Per quanto riguarda la sicurezza e la possibilità di accedere alle risorse la nostra regione si posiziona al 7° posto e al 5° per capacità di lavorare.

L’Indice sottolinea inoltre, la persistenza di forti disparità tra Nord e Sud anche in relazione al sistema di servizi (per adulti e bambini) nell’ambito della prevenzione e cura del maltrattamento: in questo scenario, la Lombardia migliora di tre posizioni, passando dalla 13ª alla 10ª, nell’offerta di servizi relativi alla capacità di cura. In particolare, la Lombardia ha registrato un aumento dei servizi di assistenza residenziale e semiresidenziale del 31,9%. Questo aumento è stato valutato come miglioramento della risposta che il territorio è in grado di offrire e come una maggiore capacità di rilevazione, intercettazione e cura di quelle situazioni che possono costituire un rischio per il maltrattamento all’infanzia. Ciononostante la Lombardia mantiene un sistema di servizi più basso rispetto alla media nazionale. Si conferma invece l’Emilia Romagna la regione con la maggiore capacità di fronteggiare il problema del maltrattamento infantile (seguita da Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Toscana).

Questa rilevazione – che si sofferma sulla lettura del contesto e dei servizi – non misura quanti bambini siano effettivamente maltrattati nei territori interessati, ma solo quali siano le condizioni ambientali nelle quali i bambini vivono e se queste favoriscano più o meno il fenomeno del maltrattamento.
Il maltrattamento avviene trasversalmente in tutte le classi sociali, ma la condizione economica della famiglia può avere un effetto diretto sul maltrattamento e la trascuratezza, ad esempio per la mancanza di denaro necessario per rispondere ai bisogni di base dei minori, o un effetto indiretto, aumentando la situazione di stress dei genitori – dichiara Daniele Barbone, Amministratore Delegato di Cesvi – Inoltre povertà materiale e povertà educativa sono strettamente correlate: nelle famiglie in cui si fatica ad arrivare a fine mese è difficile, per esempio, riuscire a partecipare ad attività culturali e ricreative”.
“Investire in prevenzione e contrasto al maltrattamento sui bambini deve costituire una scelta politica strutturale di medio-lungo termine, che tenga presente non solo i costi di questo investimento ma anche i ritorni in termini di benefici sociali ed economici per tutti”, aggiunge proponendo una legge Quadro nazionale sul maltrattamento all’infanzia che intervenga in modo sistematico sul fenomeno facilitando la costruzione di politiche intergenerazionali. “A ciò si aggiunge l’importanza di disporre di un sistema informativo puntuale sul maltrattamento all’infanzia in grado di approfondire le tematiche legate alla genitorialità, ai gruppi familiari più a rischio e alle condizioni di salute dei genitori e dei bambini, per cogliere la multidimensionalità di un problema che riguarda diversi aspetti della vita quotidiana”, conclude l’Ad di Cesvi.

di
Pubblicato il 16 Maggio 2019
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.