“Non è facile soccorrere i turisti alle cascate di Cittiglio”
Parla Davide Piovesan il direttore della Scuola Tecnici SaR, Unità Soccorso Tecnico Varese: "È una delle zone più impervie della provincia di Varese. La sistemazione dei sentieri agevolerebbe i soccorritori"
Non è facile soccorrere le persone alle cascate di Cittiglio. Il luogo è impervio anche per chi, addestrato a raggiungere escursionisti in punti critici di montagna, deve affrontare sentieri a strapiombo, poco battuti e sdrucciolevoli.
Ci tiene a rimarcarlo Davide Piovesan, direttore della Scuola Tecnici SaR, Unità Soccorso Tecnico Varese all’indomani del grave incidente accaduto a Matteo Rossi, il giovane di Travedona Monate precipitato domenica 14 luglio mentre cercava di raggiungere la terza cascata.
«Spesso organizziamo addestramenti di ricerca e soccorso lungo il sentiero che da Cittiglio porta fino alla terza cascata – spiega- . Si tratta infatti di una delle zone più impervie e wild della provincia di Varese, una zona piena di criticità legate sia a innumerevoli pericoli connessi ai sentieri e al rischio di cadute da altezze importanti, sia alla scarsità di copertura telefonica.
Non è neppure facile trasportare i feriti via elicottero, a causa della strettezza della vallata e ai punti di aviosbarco, ma è soprattutto complicato se si tratta di cercare e soccorrere persone via terra. Per questo già durante il corso dei nuovi tecnici svolgiamo attività di movimentazione e avvicinamento nei punti più lontani organizzando anche il solo trasporto di barelle e attrezzature di soccorso. In molti punti si deve lavorare protetti da funi e sistemi di sicurezza anticaduta dell’operatore. Condizioni non facili sia per le condizioni del territorio molto ostile che richiedono molta attenzione oltre a prestanza fisica».
Davide Piovesan avrebbe molti episodi da raccontare: turisti “della domenica” che affrontano i sentieri delle cascate senza alcuna preparazione e soprattutto senza l’attrezzatura adeguata: «Purtroppo sebbene alcuni segnali avvertano del pericolo, diverse persone affrontano itinerari con un equipaggiamento non adatto o sottovalutando alcuni pericoli. Basta una disattenzione per trovarsi in situazioni davvero critiche – racconta- . Solo nell’ultimo addestramento ci siamo imbattuti in una coppia di Milano che si era persa tra la seconda e la terza cascata; aveva preso una traccia sbagliata e si era allontanata dalla via principale. Le condizioni dei sentieri infatti non sono ottimali e spesso spariscono o si biforcano con false tracce aperte dall’acqua o da tentativi di altri escursionisti di percorrere altre vie.
Raggiunta la coppia, i due improvvisati escursionisti raccontavano dei tentativi vani di raggiungere la terza cascata. Attrezzati come da passeggiata in centro a Milano con scarpe da tennis e sandaletti sono stati accompagnati fino alla prima cascata e invitati a non ritornare più indietro. Il sentiero tra la seconda cascata e la terza è per gran parte impraticabile e molto esposto, con rischio di scivolare facilmente perdendo di vista il sentiero. Il tratto dalla prima alla seconda cascata ha diversi punti molto ripidi serviti con corde attrezzate a mancorrenti per aiutarsi nei passaggi più ripidi. Una scarsa preparazione e calzature errate possono provocare cadute per diverse decine di metri su terreni che superano il 100% di pendenza, caratterizzati da fondo roccioso, sdrucciolevole, ricco di radici esposte di alberi e rami spezzati».
«Riteniamo molto importante il segnale dato dall’amministrazione comunale di Cittiglio circa la messa in sicurezza della zona – conclude il responsabile dell’Unità Soccorso Tecnico Varese-. Si tratta di uno dei luoghi più suggestivi della nostra provincia e che attira moltissime persone. La messa in sicurezza del sentiero favorirà i turisti ma agevolerà anche i soccorsi in caso di bisogno».
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