“Per Forza Italia non è il momento delle divisioni”

Giuseppe Taldone ha ricevuto da pochi giorni l’incarico ufficiale di vice commissario provinciale di Forza Italia nella fase più delicata della storia del partito fondato da Silvio Berlusconi

giuseppe taldone

«La discussione può essere virtuosa se si limita ad un confronto costruttivo ma se tutto si riduce a dividere e non a costruire in questo momento delicato per il partito, da medico, dico che la terapia che si sta mettendo in atto non è adatta».

Giuseppe Taldone ha ricevuto da pochi giorni l’incarico ufficiale di vice commissario provinciale di Forza Italia al fianco del senatore Giacomo Caliendo, chiamato a tenere in piedi la struttura dopo gli arresti che hanno travolto i vertici del partito lo scorso maggio.

Un incarico che arriva nel momento più difficile della storia del partito fondato nel 1994 da Silvio Berlusconi, a livello nazionale strozzato tra la caduta della leadership del suo fondatore e le lotte intestine esplose in questi giorni con le posizioni di rottura del governatore ligure Giovanni Toti.

Taldone i primi pesanti segnali ai avvertono anche a Varese, con Piero Galparoli che si dice pronto all’addio e un partito che in provincia è tutto da ricostruire. Come vi state preparando ad affrontare questa fase politica?

«Le situazioni nazionali hanno sempre riflessi territoriali, io conosco Piero da una vita e non ci siamo ancora parlati ma ci sentire a breve per ragionare insieme. Quello che dico è che in questa fase Forza Italia ha bisogno di crescere e non di dividersi. Io penso, e lo dico avendo in mente anche le fuoriuscite del passato che poi si sono un po’ smaterializzate, che le fughe in avanti, indietro o di lato sono pericolose. Questo è il momento di stare insieme e impegnarci per dare voce al popolo dei moderati che oggi sono sempre più disorientati. Dobbiamo procede insieme e non dividerci, fare sintesi, stemperare i momenti di divisione».

Da uomo di partito come vive le posizioni che sta seguendo il governatore Giovanni Toti?

«Giovanni Toti è una brava persona e un professionista serio. Ha avuto questo percorso politico da Presidente della Regione e prima ancora da consigliere di Berlusconi. Ha voglia di costruire e darsi da fare ma a conti fatti il messaggio che sta facendo passare disorienta l’elettorato. Non ci serve questo adesso, abbiamo bisogno di unità di intenti e di lavorare in una sola direzione. Solo così possiamo tornare ad essere una forza moderata di centrodestra».

Toti la scorsa settimana era a Varese ospite della festa della Lega Lombarda. Forza Italia guarda a quell’area?

«Oggi tutto soffia nella direzione dei sovranisti, di chi urla di più o la spara più grossa. Ma la politica deve avere altri orizzonti. C’è un malessere nella società e la gente è preoccupata ed è comprensibile che questo scateni rabbia e frustrazione ma un uomo politico non può solo mettersi al rimorchio di questo sentimento, deve saper guardare più avanti. Tutti sono capaci di andare in un bar, sentire le lamentele e alimentarle ma poi? Riduciamo la politica solo a questa cosa qua?»

In provincia come state lavorando per dare voi una proposta politica?

«La verità è che la realtà è complessa e ha bisogno di risposte articolate. Non è facile ma bisogna farlo. Oggi la Lega vince perché si concentra su pochi messaggi molto semplici e picchia su quelli. Noi, invece, dobbiamo innanzitutto evitare ulteriori divisioni e poi ricostruire un centrodestra che sia centro e sia destra, non solo destra. Una casa comune di tante estrazioni: liberali, cattolici, ecc. Per questo stiamo lavorando a questo memento di discussione pubblica a settembre che potrebbe essere preceduto anche da altri appuntamenti territoriali. Sarebbe bello così provare a riavvicinare tanti amici che per tante ragioni non sono più in prima linea con noi».

Ci sarà anche un momento di critica e discussione degli errori del passato dopo il terremoto giudiziario che ha travolto il partito in provincia?

«Le inchieste seguono un loro binario e non si fanno pronunciamenti finché non sono completate. Sarebbe sbagliato e ingiusto perché non si hanno gli elementi per intervenire. Sono la magistratura e le forze di polizia a dover lavorare. Noi dobbiamo avere la serenità per andare avanti insieme al senatore Caliendo, una persona che si è messa a disposizione della nostra comunità e che ha fatto centinaia di incontri e porta avanti un lavoro serio. Mi ha chiesto di affiancarlo e ho accettato. Ora è il momento di tenere il partito con la barra dritta, senza ulteriori divisioni».

Tomaso Bassani
tomaso.bassani@varesenews.it

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Pubblicato il 03 Agosto 2019
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