Il nuovo Governo Conte ottiene la fiducia del Parlamento

169 voti favorevoli, 133 contrari e 5 astenuti. L'esito dopo giorni carichi di tensioni con le opposizioni di Fratelli d’Italia e Lega in piazza durante il voto a Montecitorio e i cori dai banchi dell’opposizione a Palazzo Madama

giuseppe conte

Con 169 voti favorevoli, 133 contrari e 5 astenuti anche il Senato, dopo la Camera, ha dato la sua fiducia al nuovo Governo Conte a guida M5s, Pd, e Leu che a questo punto entra ufficialmente in carica.

Il via libera del Parlamento arriva dopo giorni carichi di tensioni con le opposizioni di Fratelli d’Italia e Lega in piazza durante il voto a Montecitorio, e i cori dai banchi dell’opposizione a Palazzo Madama.

Uno scontro che è stato molto teso soprattutto nei rapporti tra i due ex alleati Lega e Movimento 5 Stelle con il leader leghista Matteo Salvini che ha messo Conte in cima all’obiettivo delle sue critiche: «Siete passati dalla rivoluzione al voto di Casini, Monti e Renzi».

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Non si è fatta attendere la replica del premier Conte che all’ex ministro dell’Interno ha detto: «Chi voleva pieni poteri ora scarica le proprie colpe».

La replica del premier Conte: “Chi voleva pieni poteri ora scarica le proprie colpe”

«Un clima surreale tra le urla della Lega e un percorso difficile che ci attendo con i 5 stelle» – ha raccontato invece il senatore varesino alessandro Alfieri durante i lavori parlamentari, felice del via libera di Paolo Gentiloni in commissione Ue e del nuovo atteggiamento delle istituzioni comunitarie nei confronti dell’Italia.

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E se per tutto il giorno si sono scontrati il fronte del sì e del no alla fiducia, il senatore varesino M5s Gianluigi Paragone ha ribadito quanto anticipato nei giorni scorsi annunciando la sua astensione al voto di fiducia: «l’Europa vi ha già corrotto – ha detto il senatore rivolto al nuovo Governo -. Il 4 marzo il popolo degli abissi aveva rialzato la testa ora voi lo ricacciate da dove è venuto. Dal governo del cambiamento siamo entrati nel governo dell’assurdo. Da sovranisti si è diventati euristi e ora ci si accontenterà di una flessibilità che a questo punto è solo morfina. La mia tentazioni di voterò no è forte ma mi asterrò».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Settembre 2019
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