Una macchina del ‘500 per ricordare Leonardo da Vinci
Tratto dai progetti dell’ingegnere rinascimentale Agostino Ramelli, il congegno è stato costruito da Massimo Rampini, laureando dell’Università dell’Insubria, e rimarrà in esposizione al collegio Cattaneo fino a metà dicembre
Scienziato, pittore, scenografo, anatomista, ingegnere e musicista, Leonardo da Vinci è stato un uomo d’ingegno straordinario ambito dalle corti di tutta Italia e da quella di Francesco I di Francia.
L’Università degli studi dell’Insubria ha tenuto un convegno venerdì 22 novembre proprio per ricordare la vita e il lavoro del genio fiorentino. L’incontro rientrava nel Festival dei giovani pensatori organizzato dal docente Fabio Minazzi.
«Leonardo da Vinci – ha fatto sapere Fabio Minazzi, docente di Filosofia teoretica dell’Università dell’Insubria – è riuscito a legare l’arte allo studio della natura. È esattamente l’opposto di quello che succede purtroppo nelle nostre scuole, dove esiste ancora una spaccatura profonda tra le materie umanistiche e quelle scientifiche».
Nel corso del convegno è stata poi rivelata una sorpresa: la riproduzione di una macchina progettata dall’ingegnere Agostino Ramelli quasi cinque secoli fa e realizzata da Massimo Rampini, un laureando di Scienze della comunicazione dell’Università dell’Insubria. Realizzata quasi interamente in legno, la macchina è stata pensata per aiutare il lettore a consultare più libri con meno fatica. I volumi pubblicati nel ‘500 erano infatti molto grandi e decisamente più pesanti di quelli a cui siamo abituati, e grazie a un sistema di ripiani mobili, la macchina avrebbe permesso a chiunque di avere diversi volumi sempre a portata di mano.
Nato a Ponte Tresa nel 1531, Agostino Ramelli ha steso i progetti di molte macchine pensate per essere applicate in ambiti diversi – dalla guerra, allo studio, all’edilizia… –, e li ha raccolti tutti all’interno del suo volume “Le diverse et artificiose macchine” pubblicato nel 1588. Affascinato dall’ingegno nascosto dietro ai macchinari di Ramelli, Rampini non solo ha deciso di dedicare la sua tesi di laurea al libro dell’ingegnere cinquecentesco, ma anche di mettersi all’opera e dare vita a uno dei suoi progetti.
La macchina rimarrà in esposizione presso il collegio Cattaneo dell’Università dell’Insubria a Varese fino a metà dicembre.
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