Arte terapeutica in mostra con “Le costellazioni”

Un contributo scientifico della dottoressa Maria Marconi, psicologa e psicoterapeuta dell’Oncologia medica dell’Ospedale di Saronno, psiconcologa Breast Unit ASST Valle Olona

Generico 2018

Le metodologie dell’arte terapeutica individuano nell’espressione della creatività un potenziale curativo e maieutico, si propongono come modalità operative con la finalità di sostenere la crescita psicologica degli individui potenziandone il benessere psichico. In ricordo del percorso sperimentale dell’anno passato, dal titolo “Donne Guerriere”, svolto presso il Presidio Ospedaliero di Saronno, da cui la tutor supervisore dottoressa Maria Marconi, ha riscontrato feedback positivi nei pazienti oncologici, in termini di: mediazione dell’impatto alla diagnosi, nuova consapevolezza del sé, e capacità relazionali verso l’altro. Da qui, un nuovo progetto basato sul connubio tra psicologia e arte. Il percorso artistico-terapeutico “Costellazioni 2019”, realizzato dalla Psiconcologia di Saronno, si pone come obiettivo quello di aiutare i pazienti oncologici nella riscoperta del proprio “microcosmo” in relazione al “macrocosmo”.

La riscoperta del proprio sé, “ferito” dalla patologia, con l’obiettivo di riuscire a individuarsi nel proprio corpo come un microcosmo sicuro e autonomo. Concedendo a sé stessi la possibilità di entrare in relazione con il “macrocosmo” che lo circonda. Un macrocosmo determinato dagli “altri” e dalla relazione con loro, un macrocosmo in cui il sé si relaziona e condivide, creando un sistema di costellazioni armonioso, forte e sicuro. Il sé, la propria corporeità, gli “altri”, come componenti di una costellazione unita da un “filo” che stabilisce un legame sottile tra i differenti mondi: terrestri, cosmici e relazionali. Il filo unisce i temi della nascita e della morte. È il legame che fissa l’anima e il corpo, ha una funzione di guida interiore e sottile, è un elemento dotato di proprietà magiche poiché agente della trasmissione delle onde cosmiche.

Queste sono le basi su cui si fonda il nuovo progetto artistico-terapeutico destinato ai pazienti oncologici. La malattia porta spesso a vivere il proprio corpo come un nemico, un traditore. Questo è causato dai mutamenti fisici, come la caduta dei capelli, la corporeità modificata e deturpata dagli interventi chirurgici, che si traducono spesso nell’incapacità di guardarsi e accettarsi, determinando una mutazione e non accettazione dell’immagine di sé. Il laboratorio artistico e le opere realizzate hanno la finalità di favorire la libera espressione di tutte le potenzialità degli utenti, fino a che possano affermarsi come protagonisti delle loro azioni ed esperienze, ridefinendo sé stessi.

Dall’intesa dei due sguardi: psicologia e arte, può nascere una nuova intesa nella cura dei pazienti oncologici. Dall’intersezione tra i momenti intimi e personali durante la relazione con il proprio terapeuta, con i momenti di condivisione durante il laboratorio artistico, si coopera nell’autocostruzione di conoscenze, competenze e sensibilità di tipo cognitivo, emotivo ed espressivo, agevolando la relazione con i partecipanti nella realizzazione di un’opera comune, dove ognuno è fondamentale in egual modo ed è chiamato a collaborare. Attraverso il “fare” artistico si approfondisce il rapporto con sé stessi nella costruzione della nuova immagine di sé, una nuova identità resiliente, salda e fortificata dal percorso di cura. I pazienti cooperano nella produzione di opere attraverso le quali metaforicamente ricostruiscono il proprio sé autonomo e la relazione con gli altri.

“Fare arte” significa portare bellezza e consente di tirar fuori le emozioni più profonde, “parlare” dei propri vissuti attraverso un linguaggio universale in cui ci si può riconoscere e lasciare una traccia personale per poi comunicarla agli altri, raccontarsi ed esprimere, entrando in contatto con il piacere di creare e talvolta di “rinascere”

Le opere realizzate saranno esposte in mostra e in parte donate all’Ospedale per valorizzarne il contesto.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Dicembre 2019
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