La Varese antirazzista si colora di giallo
Ritrovo alle stazioni e sfilata per le vie del centro per la manifestazione promossa dal Coordinamento migrante

Il 10 dicembre 1948 venne firmata la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Domenica 8 dicembre a due giorni dalla ricorrenza, la società civile di Varese si è data appuntamento a partire dalle 15 nel piazzale delle stazioni per una marcia pacifica e colorata che si è snodata per le vie del centro.
È stato scelto come oramai da tradizione il colore giallo e gialli sono stati i palloncini lanciati a cui erano allegati alcuni messaggi di pace, un pensiero scritto dai bambini.

Alessandra Pessina del Coordinamento migranti di Varese è raggiante: «È una giornata a cui hanno aderito anche i sindacati, le Acli, Libera, Amnesty International, per una campagna nata nel 2008. Si chiama “mettiti in giallo contro il razzismo“; l’idea era colorare di giallo le vie di Varese in una giornata di festa, con tante persone e famiglie in giro a fare acquisti per Natale. L’atmosfera è bella e assolutamente pacifica. Abbiamo voluto portare gioia in città».

Sono tante le culture rappresentate durante l’iniziativa, ci sono i “bong“ suonati dai nepalesi, un balletto messo in scena della comunità filippina in piazza Carducci (foto sopra), dove la manifestazione è arrivata alla fine del corteo.
Più di cento le persone presenti in piazza che hanno dato lettura a brani e testi giornalistici che hanno trattato delle responsabilità europee nello sfruttamento dei paesi in via di sviluppo. È stato letto, tra gli altri, l’articolo di Ginevra Bompiani apparso sull’edizione del manifesto del 28 novembre scorso. Un’accusa durissima nei confronti dell’Europa; una denuncia, soltanto immaginata, per genocidio.
[…] I colpevoli?
Beh, se devo partire dai più piccoli, partirei da alcuni politici, tipo tale Minniti, tale Gentiloni, tale Salvini, tale Di Maio, poi dal governo italiano nel suo insieme, poi dal Consiglio dei Ministri del Parlamento Europeo, poi dal Parlamento.
(…) Di torture, di stupro, di fame, di sete.. E non è da dire che non lo sappiano, insomma non è un genocidio preterintenzionale e i responsabili non obbediscono agli ordini di qualcuno; obbediscono piuttosto agli ordini di qualcosa: voti, profitto. Anche se, a dire il vero, questi sono morti costosissimi. Sì, perché non lo fanno personalmente, usano sicari da sterminio.
La manifestazione di domenica, come si accennava, anticipa di due giorni l’evento clou: martedì 10 dicembre la giornata verrà celebrata con un convegno dal titolo “Il mondo che vogliamo” (tratto dal libro di Carola Rakete) che si terrà dalle ore 18 nel salone delle Acli di via Speri della Chiesa: per l’occasione doveva essere presente proprio l’autrice, che tuttavia ha comunicato pochi giorni fa la propria indisponibilità. «Il titolo del libro – afferma Pessina – rispecchia decisamente l’intento dell’incontro: spiegare le nostre idee per un mondo migliore». Alla conferenza saranno presenti Solomon Madzore, leader democratico dello Zimbabwe e rifugiato politico a Varese da due anni; Duccio Facchini, giornalista e direttore di Altreconomia, l’avvocato Mario Lochi e Umberto Colombo, segretario generale della CGIL di Varese (riconfermato nel 2018). Modererà l’incontro la giornalista di Varesenews Stefania Radman.
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