“Andare in posta è diventata la passeggiata legalizzata”
Lo sfogo di un dipendente di Poste Italiane: «Vengono qui per fare cose futili e non urgenti e che potrebbero fare anche da casa o rimandare»

«Vengono qui per fare cose futili e non urgenti, che potrebbero fare anche da remoto, come la ricarica di Postepay o per avere la lista dei movimenti del conto. Sono soprattutto giovanissimi e anziani». È lo sfogo di Angelo, un dipendente delle Poste italiane, che quotidianamente è allo sportello per rispondere alle richieste dei cittadini.
La rabbia di questo dipendente è giustificata dal fatto che molte di quelle operazioni potrebbero essere fatte comodamente da casa e in alcuni casi anche rimandate a tempi migliori. «Da quando c’è l’emergenza Coronavirus il flusso non è diminuito – continua il lavoratore – E noi ci troviamo qui in prima fila, con senso di responsabilità e con una sola mascherina e un solo paio di guanti a disposizione.».
In questi giorni la preoccupazione per la salute di questi lavoratori, e non solo la loro, è aumentata dopo la morte di due lavoratori di Poste italiane in provincia di Bergamo a causa del contagio da Covid-19. Uno aveva lavorato in un centro di recapito e l’altro in un ufficio postale. È di stamani la notizia della protesta attraverso un flash mob al Gateway di Poste Italiane di Lonate Pozzolo, vicino a Malpensa.
Il 9 marzo scorso il sindacato di categoria unitariamente aveva inviato alla direzione di Poste Italiane una lettera in cui evidenziava il bisogno di chiarezza circa le applicazioni delle misure per contrastare il contagio da Coronavirus. In particolare nel testo si sottolineava una significativa carenza nell’applicazione delle misure di prevenzione igienico sanitarie e l’inadeguatezza delle disposizioni inerenti la gestione del flusso di operatività negli uffici stessi.
«È triste dirlo – conclude Angelo – ma la verità è che alcuni cittadini hanno trovato il modo di fare la passeggiata legalizzata venendo in posta».
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Che pena queste persone…non hanno da fare nulla se non starsene buoni a casa, non sono costrette a lavorare in condizioni anche pericolose ma le inventano di tutte pur di nuocere alla società.
Spero che schierino l’esercito appena possibile.
oggi pomeriggio ho trovato un avviso di giacenza nella mia cassetta delle lettere.
recita che “in data 17 marzo “è stato effettuato il tentativo di notificare l’atto in oggetto (a occhio dev’essere una contravvenzione)
Preso atto della sua assenza, si è quindi tentato di effettuare la notifica alle persone abilitate a ricevere l’atto, ma ciò non è stato possibile….ecc.”
totale, adesso, ENTRO 10 GIORNI, devo andare a prenderlo io….
ora: qui siamo in 5 che non usciamo di casa da 10 giorni
il citofono funziona perfettamente, ecc.
quindi:
-l’addetto alla consegna non effettuato nessun tentativo
-adesso sono costretto a uscire, andare in un ufficio aperto al pubblico a parlare, toccare, firmare,….
– se fosse una multa rischierei che la sanzione si aggravi
il suddetto addetto NON ha fatto il suo lavoro
e ha anche con leggerezza dichiarato il falso
va bene tutto, sono giorni un pò strani, però lo dica lui al suo collega perchè la gente va in posta senza ragioni….
grazie
ettore lia
induno olona
-meno che male che è a due passi e che sto benone
Ad esempio: il servizio di ricarica postepay online non funziona almeno da metà febbraio, i reclami online si possono fare solo dopo il 3 aprile. Non tutti sono in grado di usare internet e bancomat. E mille altri motivi
Anche schierando l’esercito, come proposto da Felice, non si potrebbe impedire di andare in posta (o banca, supermercato o altro)