Stato d’agitazione per i dipendenti di Iper

Ad annunciarlo sono le organizzazioni sindacali che chiedono, tra i vari punti, anche un giorno di chiusura per permettere ai dipendenti di riposare

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Stato d’agitazione per i dipendenti di Iper. Ad annunciarlo sono le organizzazioni sindacali Filcams Cgil Varese, Fisascat Cisl Varese-Como, Uiltucs Uil Varese. Nel comunicato stampa diffuso nel pomeriggio di sabato 21 marzo si leggono le motivazioni di questa scelta, strettamente legata alla mole di lavoro dovuta alla diffusione del Coronavirus Covid-19. 

«Molte aziende della DMO (Distribuzione Moderna Organizzata) alimentare hanno risposto in queste ore alle sollecitazioni del sindacato, attuando la riduzione degli orari di apertura al pubblico e la chiusura per la giornata di domenica, così da favorire il recupero psicofisico delle lavoratrici e dei lavoratori che sono responsabilmente in prima linea da ormai 4 settimane per permettere gli approvvigionamenti all’intera comunità – spiegano i sindacati -. IPER, a differenza di altre Società, non ha preso in considerazione la richiesta di lavoratrici e lavoratori di rimanere chiusi, non permettendo loro né di rifiatare un giorno né di stare vicini ai propri familiari, né di provvedere alla sanificazione dei vari punti vendita, fondamentale per la sicurezza di clienti e addetti».

«Il rischio è che i clienti degli altri supermercati chiusi si possano recare tutti presso i nostri punti vendita, mettendo a rischio, con pericolosi assembramenti, la collettività e i lavoratori. Per questo motivo le OO.SS. proclamano lo stato di agitazione». La richiesta avanzata è di «Chiudere almeno un giorno riduce la mobilità e aiuta ad arginare il contagio; inoltre, permette di sanificare gli ambienti, tutelando la sicurezza di tutti i lavoratori e dei clienti che si recano a fare la spesa. Chiediamo all’Azienda, specialmente in Lombardia, di accogliere le nostre richieste (la chiusura domenicale e una calibrazione oraria delle aperture), così da poter tutelare al meglio lavoratrici e lavoratori e farli lavorare in piena sicurezza. In caso il nostro ennesimo appello al buon senso non venisse ascoltato, non escludiamo azioni di protesta a protezione della salute psicofisica delle lavoratrici e dei lavoratori, in questo momento sottoposti a un notevole ed eccessivo carico di stress».

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 21 Marzo 2020
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