Fondazione finanza etica: “Le imprese quotate sospendano dividendi e taglino i superstipendi dei manager”
Il primo appuntamento sarà l'assemblea di Generali, seguita da H&M (Svezia), Eni, Enel, Rheinmetall (Germania) e Leonardo, mentre non è ancora nota la data dell'assemblea di Acea

«Non è più tempo per la sostenibilità di facciata. È giunta l’ora di un cambiamento vero e radicale». La Fondazione finanza etica de Gruppo Banca etica ha annunciato che quest’anno interverrà con ancora più convinzione come azionista critica nelle assemblee generali di alcune società strategiche. Secondo la fondazione, le grandi imprese quotate possono e devono avere un ruolo centrale nella ricostruzione dell’economia italiana ed europea dopo l’emergenza innescata dalla pandemia. Con le loro scelte possono favorire la creazione e il mantenimento di posti di lavoro; l’incremento del gettito fiscale per le politiche sociali a partire da quella per la sanità; la riconversione ecologica per contrastare il cambiamento climatico».
Il primo appuntamento sarà l’assemblea di Generali, il 30 aprile, seguita da H&M (Svezia), Eni, Enel, Rheinmetall (Germania) e Leonardo, mentre non è ancora nota la data dell’assemblea di Acea, che si dovrà comunque tenere entro il 30 giugno.
«A causa dell’emergenza epidemiologica in corso, per nessuna delle assemblee sarà possibile un intervento in prima persona, come gli altri anni», spiega Simone Siliani, direttore di Fondazione finanza etica. «Si potranno comunque inviare domande scritte, delegare all’intervento il rappresentante designato dalle società e, in alcuni casi, sarà permessa una partecipazione in streaming audio o video».
Le domande che saranno rivolte alle imprese saranno in gran parte legate all’attuale crisi economica-finanziaria, indotta dalla pandemia da Covid-19, anche se non mancheranno i “più tradizionali” interventi su questioni capaci di determinare il futuro dell’umanità e scongiurare nuove crisi: i temi ambientali e di contrasto al cambiamento climatico, quelli relativi ai diritti umani e ai conflitti.
In particolare, Fondazione Finanza Etica chiederà alle società di: mettere al primo posto la salute e la sicurezza dei lavoratori, evitando o limitando il più possibile l’esposizione al Covid-19 attraverso la rotazione dei turni di lavoro, il lavoro da casa o la chiusura di stabilimenti e investendo in formazione specifica, dispositivi di protezione e sanificazione degli ambienti; mantenere l’occupazione, adottando ogni misura possibile per non licenziare i lavoratori e garantire una giusta retribuzione per tutti i lavoratori della filiera, in quanto la disoccupazione diffusa non farà che aggravare l’attuale crisi mentre il mantenimento di una forza lavoro motivata e specializzata permetterà alle imprese di riprendere le attività il più rapidamente possibile una volta superata la crisi; essere prudenti sul piano finanziario, mettendo l’etica e la responsabilità al primo posto, per esempio sospendendo il pagamento di dividendi agli azionisti e i riacquisti di azioni proprie sul mercato e riducendo i compensi dei dirigenti esecutivi.
«Sono domande che rivolgeremo assieme alla rete di investitori responsabili ICCR (Interfaith Center on Corporate Responsibility – Centro Interreligioso sulla Responsabilità Sociale), con sede a New York e al network europeo di investitori istituzionali SfC – Shareholders for Change, di cui siamo soci fondatori», continua Simone Siliani. «In tutto saremo in più di 200 investitori a livello globale, per un totale di 6.000 miliardi di euro di asset gestiti, ad esigere da oltre 1.000 imprese quotate in borsa una risposta responsabile all’attuale crisi».
Per un approfondimento sulle domande che Fondazione Finanza Etica porrà alle singole assemblee si può andare su https://finanzaetica.info/la-stagione-azionariato-critico-della-fondazione-per-il-2020/
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