Infermieri polemici contro la “giornata per i camici bianchi”

La Federazione degli Ordini professionali chiede che venga cambiato il nome non limitandola ai soli "camici bianchi". Polemica del sindacato Nursing Up contro la decisione del Miur che prevede tagli alle docenze degli infermieri

Infermieri dell'Asst Valle Olona

«Non possiamo accettare che una giornata dedicata agli operatori della sanità in prima linea nella lotta alla pandemia si caratterizzi con una definizione che nell’immaginario collettivo riguarda da sempre solo una delle professioni coinvolte. Eppure, gli infermieri hanno pagato un prezzo altissimo: 40 morti, 4 suicidi e oltre 12mila contagiati. Si cambi subito il titolo del Ddl“».

Infermieri sul piede di guerra. La presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) Barbara Mangiacavalli, critica pesantemente il disegno di legge approvato in Commissione Affari Costituzionali al Senato del Ddl per l’istituzione di una giornata che riconosca il valore del personale sanitario, tecnico e sociosanitario. «Con la dizione “camici bianchi” – si fa notare – sono da sempre identificati i medici, parte essenziale e importante delle professioni coinvolte, ma non l’unica. Nel solo Servizio sanitario nazionale, tra i sanitari i medici sono circa 110mila contro i 270mila infermieri (il 60%) e altrettanti professionisti delle altre professioni».

«E’ un atto che  rende merito ai tanti operatori sanitari impegnati nella lotta a COVID, molti dei quali hanno anche contratto il virus, un gran numero in tutte le professioni, sono deceduti e mai nessuno nonostante tutto ha abbandonato un solo istante la prima linea della lotta al virus –  afferma la presidente FNOPI – e per questo il nome di questo importante atto deve essere visto e riconosciuto, senza possibilità di fraintendimenti. Così come è in discussione nell’iter parlamentare – aggiunge – c’è un grave neo: definirla ‘Giornata dei camici bianchi’ è un’assoluta limitazione che non rispecchia l’universo delle professioni e degli operatori impegnati nella lotta a COVID”.

Gli infermieri, quindi, puntano a una modifica che riequilibri l’iter parlamentare altrimenti rappresenterebbe un’ingiustizia formale nei confronti di tutti gli operatori che non possono riconoscersi in una definizione che da sempre non gli appartiene: « Chiediamo formalmente – conclude la presidente FNOPI – una modifica che consenta di definire la Gionata in modo da caratterizzare il riconoscimento anche formale di tutti e non limiti di fatto l’immagine a una sola delle professioni in prima linea nella lotta alla pandemia. Gli infermieri che sono la professione in prima linea e più numerosa nella lotta a COVID-19 non hanno intenzione di restare a guardare».

E il mondo degli infermieri è in fermento anche per la novità introdotta dal Ministro Manfredi che di fatto ha rivisto la composizione dei docenti del corso di laurea infermieristica in favore dei medici : « Un provvedimento assurdo, inspiegabile, dannoso e soprattutto irrispettoso verso tutto quello che rappresentiamo oggi nel panorama sanitario nazionale – Antonio De Palma, Presidente Nursing Up – Sono indignato, non è possibile che la nostra classe politica ignori totalmente quanto gli infermieri italiani abbiano dato e stiano dando in termini di conoscenza e impegno quotidiano a questo Paese e quale sia il loro elevato livello di professionalità, tale da distinguerli in tutta Europa e da porli tra le figure di spicco del vecchio continente, insieme a pochi altri paesi. Possediamo un titolo di studio universitario, frutto di anni di sacrifici. E le nostre conoscenze, specifiche ed univoche, sotto il profilo formativo ci pongono sullo stesso pieno dei medici, perchè qui non vale “la durata del percorso universitario”, ma le peculiarità sottese allo stesso: le nostre specificità formative e curriculari non consentono affatto a qualifiche diverse di surrogarci, prendendo il nostro posto nei corsi di laurea. Perciò mi sento di appoggiare in pieno la richiesta della collega e Deputato Stefania Mammì: ovvero quello di bloccare immediatamente il provvedimento del MIUR che prevede tagli alle docenze degli infermieri. Su 5 universitari previsti appartenenti alla nostra categoria, Manfredi vuole addirittura sostituirne 2 con medici ospedalieri e abbassare da 3 a 1 il minimo dei docenti a tempo indeterminato. Il D.M. n. 82/2020 svilisce, offende, danneggia la nostra dignità»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Maggio 2020
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