Resta l’indicazione di origine per i prodotti caseari: soddisfatta Coldiretti
L' obbligo rimarrà fino a dicembre 2021. Fernando Fiori: “un risultato importante che salvaguarda la peculiarità del comparto lattiero caseario prealpino, italiano e lombardo"

Resta obbligatoria fino a dicembre 2021 l’indicazione d’origine in etichetta per burro, yogurt e formaggi, e si tratta di “un risultato importante che salvaguarda la peculiarità del comparto lattiero caseario prealpino, italiano e lombardo, ma anche il diritto di trasparenza e corretta informazione per i consumatori” commenta Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese.
In concreto, la Commissione europea ha lasciato scadere il cosiddetto “periodo di stand still” – letteralmente “stai fermo” – vale a dire il periodo di sospensiva di 90 giorni entro il quale il Governo europeo avrebbe potuto fare opposizione al nuovo decreto inviato in bozza a Bruxelles, lo scorso febbraio, dal governo italiano.
Tutti i prodotti della filiera lattiero casearia, così importanti per l’economia del territorio prealpino, restano quindi identificabili: una boccata d’ossigeno molto importante per il comparto del comprensorio, «che durante il periodo del lockdown ha rimarcato, ancora una volta, la sua strategicità nell’assicurare regolari rifornimenti a tutti i canali di distribuzione»: latte e formaggi sono stati, peraltro, tra i prodotti più richiesti dai cittadini nel “carello della spesa” durante le settimane di isolamento forzato.
«E’ un settore che va difeso con ogni mezzo, in primis da ogni tentativo di speculazione: ricordiamo che quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado. Peraltro, lo sforzo degli allevatori per garantire il regolare approvvigionamento in queste settimane è grandissimo. Il latte viene regolarmente munto e ritirato tutte le notti, alle 4 del mattino il prodotto arriva all’impianto di trasformazione. E’ un sistema che non si è mai fermato, nemmeno durante le prime settimane dell’emergenza».
Il mantenimento dell’etichettatura obbligatoria «va quindi nella giusta direzione di informazione, valorizzazione e sostegno dei prodotti agroalimentari italiani. Vincono la trasparenza e la possibilità data ai consumatori di conoscere il Paese di origine mungitura del latte e, di conseguenza, dei derivati. In un momento particolare e difficile per l’economia, dovuto all’emergenza sanitaria è ancor più importante portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza, continuando a lavorare per estendere a tutti gli alimenti l’obbligo di origine in etichetta».
Anche grazie al pressing esercitato da Coldiretti «sono stati fatti molti passi avanti nel tutelare i consumatori con informazioni più chiare e precise, ma non basta. Il percorso è ancora lungo e ci impegneremo per ottenere nuovi traguardi per il made in Italy agroalimentare e diano un concreto aiuto di ripartenza per l’intero settore economico».
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