Beane-Strautins: energia al potere. Douglas non si sblocca mai
Il nuovo arrivo e l'ala baltica danno una sferzata a livello fisico alla Openjobmetis. Prova positiva per Ruzzier, non per i due veterani Scola e Douglas

BEANE 6,5 – Un nome e un cognome che ricordano quelli di Tony Bin, gran galoppatore che incantava i tifosi dell’ippica ancora prima di Varenne. E come certi cavalli di razza mostra lampi da purosangue – tecnico e fisico – affiancati alla necessità di utilizzare il paraocchi per non perdere la concentrazione (in difesa). Prova senza dubbio positiva che fa ben sperare anche per l’apporto di atletismo che porta alla squadra. Ah, si giocava a Venezia, e lui ha mostrato qualche… ehm… limite nel passare la palla. Coincidenza geografica? MVP per i lettori della #direttaVN con il 37,9% dei consensi.
MORSE 5,5 – Prima di lasciare per cinque falli regala un canestro da sotto e soprattutto un clamoroso assist in corsa a Scola. Però, appunto, dura 13′ a causa delle penalità e prima di quello sprazzo offre anche giocate molto meno intriganti, come i due tiri lasciati sul primo ferro o un piede perno vietato ai minori.
SCOLA 5 – Prima partita senza tripla doppia per il “General” con qualche attenuante. La prima: esce più volte dalla tenaglia difensiva distribuendo assist al bacio per i tiratori sul perimetro; la seconda: nei momenti cruciali dell’ultimo periodo vede la palla davvero con il contagocce, dopo quattro mesi in cui era chiamato in causa a ogni azione. Una via di mezzo sarebbe gradita. Purtroppo quell’ultimo fallo, evitabilissimo, a rimbalzo è la pietra tombale della partita.
DE NICOLAO S. V. – Incrocia per qualche istante il fratellone Andrea per qualche attimo comunque storico. Non lascia particolari tracce, prende appunti e “salva” con l’impegno un minutaggio discreto.
JAKOVICS 6 – Si presenta in laguna con due minuti di follia positiva: triple a rilascio immediato, sfondamento subito, morsi ai garretti degli attaccanti. Poi però la panchina gli fa male: quando Bulleri lo richiama, la bacchetta magica di Ingus ha finito le batterie. Forse meritava un impiego più continuo.
La Openjobmetis ci prova ma non basta: alla fine vince Venezia
RUZZIER 6 – Forse anche sei e mezzo, perché al di là dei 12 punti che sono una rarità dalle sue parti quest’anno, c’è un modo di interpretare la partita che appare ben diverso (e migliore) di gran parte delle sue esibizioni. Sfrutta il metro arbitrale (“Fischiamo come tre locomotive”) per caricare gli avversari di falli, trova un pizzico di fortuna dall’arco, chiude a 17 di valutazione. Insomma, disputa davvero la partita dell’ex: peccato che il dirimpettaio De Nicolao, altro ex, ne metta insieme una migliore. E peccato per quel tiretto da vicino fallito nel finale: due stecche che gli costano mezzo punto.
STRAUTINS 6,5 (IL MIGLIORE) – La domanda è: perché appena 19′ ad Arturs? Fosse per noi, lo terremmo dentro 35′: segna dall’arco, attacca il ferro, è quasi infallibile in lunetta (sbaglia il primo, poi ne segna 8), lavora a rimbalzo e si prende pure Stone o Chappell in difesa. Roba da – perdonate il paragone – giovane De Pol, fatti i dovuti distinguo. Eppure, 19 minuti, sesto per impiego nella OJM: misteri della fede. Per noi, MVP, almeno potenzialmente.
DE VICO 6 – L’impressione è quella che stia tornando quello delle prime due partite: ritrova la gioia del canestro pesante pur se deve ancora registrare del tutto il mirino, continua a fare a sportellate a rimbalzo, non teme accoppiamenti difensivi con gente di taglia superiore. Non lascia segni memorabili sulla gara, però bene così.
FERRERO S.V. – Bentornato in campo: inutile dargli un voto, stavolta.
DOUGLAS 4,5 (IL PEGGIORE) – Film già visto: Varese si lega al suo rendimento nella speranza che prima o poi produca il lampo, la magia, l’invenzione che lo faccia svoltare. E invece il colpo resta costantemente in canna, anche quando accentra il gioco su di sé. Non fugge dalle responsabilità ma anche il tabellino lo inchioda: -1 di valutazione.
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