“Grave la decisione di interrompere i treni dei frontalieri: 5mila lavoratori nell’incertezza”

A dirlo è il rappresentante Cgil Frontalieri in seguito all'improvviso stop comunicato dalla Svizzera dopo l'entrata in vigore del Dpcm con le norme anti-Covid ritenuto inattuabile  oltre confine

Induno Olona generiche

“Grave la decisione delle Ferrovie Federali Svizzere di bloccare i treni transnazionali da e per la Svizzera a partire da giovedì per un tempo non meglio precisato”. A dirlo è il rappresentante Cgil Frontalieri in seguito all’improvviso stop comunicato dalla Svizzera dopo l’entrata in vigore del Dpcm con le norme anti-Covid ritenuto inattuabile  oltre confine.

Secondo la Cgil il provvedimento che riguarda tanto il traffico a lunga percorrenza quanto il TILO (Treno Regionali Ticino Lombardia) che, sulla base di quanto comunicato dalle ferrovie svizzere, rappresenterebbe la risposta alle misure di sicurezza previste in Italia dal Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, provvedimenti che le FFS ritengono di non poter soddisfare, metterà a dura prova le condizioni di migliaia tra i nostri lavoratori frontalieri che quotidianamente ne fanno uso.

“La sorprendente decisione – spiega la Cgil – getterà da domani nell’incertezza oltre 5000 dei 70.000 lavoratori frontalieri del Ticino che, nella migliore delle ipotesi, finiranno per adottare l’alternativa del mezzo privato, quando possibile, caricando ulteriormente le reti viarie di collegamento già di norma congestionate con buona pace dei tempi di percorrenza e dell’ambiente”.

Secondo il sindacato si tratta di “Un provvedimento che oltre ad evidenziare ancora una volta, come denunciamo dall’inizio del contagio, l’assenza di una sia pur minimo coordinamento interregionale, se possibile, aggiunge ulteriore perplessità nella gestione della pandemia da parte dei Cantoni di confine che, pur in presenza di un tasso di contagio tra i più alti al mondo, per ragioni squisitamente economiche, hanno adottato provvedimenti troppo blandi a giudizio unanime ed ora, al contrario, dichiarano di non poter garantire provvedimenti minimi come la misura della temperatura corporea ed il distanziamento sociale sui treni”.

La Cgil chiede: “Urge un intervento presso i Governi Cantonali delle Istituzioni nazionali e regionali italiane nel quadro di una leale collaborazione, al fine di ripristinare i collegamenti ferroviari per migliaia di lavoratrici e lavoratori che, utile ricordarlo, contribuiscono in maniera determinante al sistema economico elvetico nei Cantoni di confine”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Dicembre 2020
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