Dai giovani di Varese le dieci proposte al Partito Democratico per il futuro

Via alla raccolta di sottoscrizioni per il documento di proposte che i delegati in assemblea nazionale Fisco, Zambon e Capriolo presenteranno domenica durante la riunione dell’organo nazionale del Partito

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All’interno del Partito Democratico della Provincia di Varese, grazie alla spinta e al lavoro di un gruppo di iscritti e amministratori ma soprattutto dai più giovani, parte il documento “Domani – le 10 proposte di oggi per il partito di domani”. Un’iniziativa trasversale che affonda le sue radici nel momento di difficoltà che il partito sta affrontando accentuato dalle dimissioni del Segretario Nazionale Nicola Zingaretti e dalle lotte interne (Nella foto i tre delegati che presenteranno il documento in assemblea: Fisco, Capriolo e Zambon).

“Siamo prima di tutto un gruppo di iscritti e militanti che credono nel Partito Democratico. Vogliamo provare a dire la nostra – spiegano i primi firmatari del documento – e lanciare degli spunti per un confronto interno serio sul ruolo del PD nella società, sulla sua organizzazione interna e sui suoi strumenti”.

Ma chi sono i primi promotori dell’iniziativa? Tra di loro ci sono molti nomi dei giovani impegnati nel partito e nelle istituzioni locali nonché membri della segreteria e della direzione provinciale. Compaiono Andrea Calò, Anna Zambon, Cecilia Maria Carangi, Davide Serri, Enrico Torchia, Giacomo Fisco, Giacomo Marrocco, Matteo Capriolo, Michelangelo Moffa.

“Noi  – spiegano – crediamo che la soluzione, proposta da alcuni, di chiudere tutto e tornare al modello di centrosinistra di 14 anni fa non sia la scelta migliore. Anzi, al contrario dobbiamo cogliere questa occasione per rimboccarci le maniche, costruendo proposte concrete per un PD al passo con i tempi che sappia coinvolgere la società e uscire da degli schemi spesso autoreferenziali. Siamo convinti che il nostro partito non è e non deve essere quello dipinto in queste ore: un partito diviso tra la lotta delle correnti e gli accampamenti delle sardine.”

Il documento, che in poche ore dalla sua pubblicazione è stato sottoscritto già da oltre 60 iscritti della Provincia (è possibile farlo qui), offre 10 proposte che toccano i principali temi del partito come ad esempio le correnti interne, la consultazione degli iscritti attraverso nuove piattaforme, le primarie aperte, il rispetto delle decisioni e il ruolo dei circoli e dei territori. Il testo propone anche un ripensamento del Manifesto dei Valori sottoscritto nel 2008 e che non è più attuale rispetto ai mutamenti della società. Nei prossimi giorni verrà anche presentato attraverso una diretta Facebook.

I delegati in assemblea nazionale Giacomo Fisco, Anna Zambon e Matteo Capriolo depositeranno e presenteranno il documento questa domenica durante la riunione dell’organo nazionale del Partito.

Le 10 proposte per il Partito democratico

I link: documento originale — Sottoscrizioni

1. Un Partito che dà un senso alle correnti
Vogliamo che il PD continui ad essere un partito aperto a differenti sensibilità, ma le “correnti” hanno senso soltanto se sono concepite come “Think Tank” ovvero espressione di una cultura e tradizione politica chiara e precisa e se sono in grado di mettere al primo posto le idee e non i personalismi.

2. Un Partito che rispetta le decisioni
Vogliamo che le scelte prese negli organi decisionali vengano rispettate e sostenute dall’intera comunità democratica. Se dovessero esistere posizioni radicalmente diverse, dovrebbero essere manifestate prima nelle opportune sedi e non sui giornali, sui social o in televisione.

3. Un Partito che ascolta
Vogliamo un PD che sappia coinvolgere maggiormente – soprattutto nei momenti delle scelte cruciali per il Paese – l’intera base degli iscritti e dei simpatizzanti. Per realizzare questo obiettivo serve pensare a una nuova piattaforma digitale che permetta una consultazione rapida e trasparente.

4. Un Partito responsabile nei confronti delle proprie idee
Vogliamo un PD che non si immoli a tutti i costi in nome della responsabilità. Dal 2011 ad oggi, salvo qualche eccezione, il Partito ha sempre governato il Paese. Noi crediamo che l’azione politica del Partito non debba essere più determinata solo dal criterio della responsabilità ma da precise scelte di campo, senza paura di difendere le proprie idee e i propri valori anche dall’opposizione.

5. Un Partito in cui chi perde non abbandona
Vogliamo maggiore rispetto per la nostra comunità. Non sopportiamo più l’idea che, ad ogni congresso, chi perde decida poi di abbandonare il Partito o fondarne uno nuovo.

6. Un Partito non più autoreferenziale
Vogliamo che il PD rafforzi il dialogo con le persone, prendendo maggiore coscienza della realtà, trasmettendo una chiara visione politica della società. Troppo spesso si è assunto un atteggiamento autoreferenziale, per cui si corre il rischio di parlare solo a sé stessi.

7. Un Partito che parla ai territori
Vogliamo un PD in cui gli organi dirigenti nazionali sappiano stimolare, periodicamente, le strutture federali e locali, al fine di trasmettere ed elaborare la linea politica garantendo una comunicazione chiara e uniforme. Nei nostri comuni riusciamo a vincere, ad essere credibili e a trasmettere un messaggio chiaro. Possiamo provarci anche a livello nazionale?

8. Una Partito realmente inclusivo
Vogliamo un PD che sia punto di riferimento per tutte le realtà associative, culturali e sociali che operano all’interno del campo valoriale del centrosinistra ma che per diverse ragioni decidono di non partecipare attivamente. Vogliamo che si introducano strumenti efficaci per coinvolgere queste realtà costantemente, magari aprendo alla possibilità di un doppio tesseramento che coinvolga anche la figura dei simpatizzanti.

9. Un Partito che ripensa la sua organizzazione
Vogliamo che il PD si doti di una struttura organizzativa più snella e flessibile, che non crei centri di potere personali e che sia capace di coniugare l’importanza dell’elaborazione politica e il coinvolgimento degli iscritti nelle decisioni dei vertici superando modelli ormai obsoleti.

10.Un Partito che valorizza il ruolo delle Primarie
Vogliamo che il PD faccia un uso più ampio delle Primarie, garantendone l’obbligatorietà nei processi di selezione: delle liste parlamentari (fino a che non verrà reintrodotto il sistema delle preferenze), dei candidati sindaci e dei candidati presidenti di regione. Vogliamo introdurre le primarie per eleggere anche il Segretario delle federazioni provinciali.

Crediamo che il Partito Democratico costituisca una grande forza popolare, plurale e democratica che si pone l’obiettivo di raccogliere le tradizioni culturali e politiche riformatrici del Paese. La missione primaria deve essere quella di tutelare i lavoratori e gli esclusi, forte della propria storia di lotta alle disuguaglianze. Pensiamo che i problemi del partito derivino dall’assenza di un’identità politica chiara. A tal proposito, crediamo sia necessario elaborare un modello socioeconomico nuovo che permetta di combattere la povertà e garantire un benessere diffuso. Il PD deve lottare per un’Europa più presente, più forte, fondata sulla solidarietà tra i popoli e sulla giustizia sociale universale. Per fronteggiare le sfide globali il PD deve farsi promotore di un nuovo europeismo che si contrapponga in modo netto alle istanze sovraniste della destra. il Partito deve ritenere prioritarie le giovani generazioni, portando avanti la battaglia contro il cambiamento climatico e supportando il processo di transizione verso un’economia realmente verde e inclusiva. Vogliamo che il PD combatta per ottenere una reale parità di genere e tutela di qualunque orientamento sessuale. Alla luce di queste considerazioni chiediamo perciò di rivedere il manifesto dei valori, rendendolo più idoneo alle sfide di oggi e di domani.

Andrea Calò
Anna Zambon
Cecilia Carangi
Davide Serri
Enrico Torchia
Giacomo Fisco
Giacomo Marrocco
Matteo Capriolo
Michelangelo Moffa

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Marzo 2021
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