Dai pannolini alle bioplastiche, ecco il piano per l’economia circolare di Amga, Agesp e Cap
Nel piano economico finanziario della Newco che subentrerà ad Accam, previsti diversi impianti per la separazione dei materiali. Per l'inceneritore previsti 8 milioni di interventi, a partire dalle turbine
Servirà una seconda commissione, prevista per il 9 giugno, per approfondire il piano economico finanziario presentato dai soci della Newco che entro fine mese dovrà acquisire il ramo d’azienda dell’inceneritore di Borsano in capo ad Accam e avviare la gestione integrata del ciclo dei rifiuti nei comuni attualmente serviti dalla società che per 50 anni ha fatto funzionare l’impianto bustese. In quell’occasione i consiglieri potranno porre domande e chiedere chiarimenti.
La presentazione si è svolta ieri sera davanti alla commissione ad opera, principalmente, del direttore di Agesp Gianfranco Carraro, affiancato da alcuni tecnici. L’attuale schema societario prevede il 33% delle quote ad Agesp, il 33 a Cap e il 34 ad Amga. Serviranno circa 7 milioni per l’acquisizione dell’impianto di Borsano da parte della Newco mentre Accam verrà liquidata nel momento in cui avrà finito di pagare le passività accumulate e rimaste. Priorità, poi, agli investimenti per la rimessa in opera delle turbine distrutte dall’incendio di gennaio 2020 e per la riqualificazione dell’impianto (serviranno oltre 8 milioni). Grazie alle turbine di nuovo in funzione si potranno produrre 50 gigawatt di energia all’anno. L’obiettivo per il 2032 è portare la nuova società ad un giro d’affari di 25 milioni di euro, dai 3 attuali.
Molta importanza è stata data al progetto di economia circolare, partendo da quello che già c’è (l’impianto Forsu di Amga che è in fase di realizzazione avanzata e il centro del riuso a Sacconago, gestito da Agesp) per poi arrivare ai progetti da realizzare come il primo centro in Lombardia per il riciclo dei pannolini, la fabbrica dei materiali, un impianto per il recupero delle terre di spazzamento, il recupero delle bioplastiche dall’umido. Giorgio Ghiringhelli, consulente di Agesp sul tema, ha spiegato che non si tratta di “greenwashing” ma di un piano innovativo inserito all’interno di un discorso economico ben definito.
Infine è toccato ad Eugenio Gosso della Paeb, società che ha realizzato le analisi del suolo e della falda acquifera, spiegare che i terreni all’interno e attorno all’impianto sono in buone condizioni per quanto riguarda la presenza di diossine, furani e pcb a livelli da terreno residenziale. Solo in un punto si è verificata un’eccedenza di pcb nella zona della fascia di mitigazione. I risultati della analisi sono stati confrontati anche con quelle precedenti e dicono che la situazione è nettamente migliorata rispetto al passato (ai tempi della prima bonifica quando venne smantellato il vecchio impianto, ndr).
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