Il futuro di Busto Arsizio secondo Chiara Guzzo, candidata di “La Sinistra Chiara”
Sanità territoriale, mobilità dolce, piazze nei quartieri, spazi pubblici per i giovani e stop all'inceneritore. Questa la visione della candidata sostenuta da Pci e Antifascisti
Quella che pubblichiamo di seguito è la prima intervista di Varesenews ai candidati sindaco fino ad ora venuti allo scoperto a Busto Arsizio.
Abbiamo posto alla candidata Chiara Guzzo della lista “La sinistra Chiara per Busto” una serie di domande rivolte al futuro della città e alla visione che lei e il suo gruppo hanno della Busto dell’immediato futuro e cioè quella che sta uscendo dalla pandemia e che troverà nel Pnrr la forza economica di ripartire dopo la profonda crisi economica causata dal Covid. L’idea è quella di farci raccontare come vogliono indirizzare questa ripresa i candidati in campo.
Qual è la sfida da affrontare per il futuro di Busto?
Per far riferimento ad uno slogan apparso in città e dintorni, la sfida che LSC ( La Sinistra Chiara per Busto) vuole affrontare è quella di rendere Busto una città inclusiva anziché attrattiva. La città inclusiva è una città che si carica dei bisogni di tutti i cittadini a prescindere dall’estrazione sociale e condizione economica attraverso l’incentivazione di politiche quali il social housing, il lavoro, la mobilità sostenibile, la riqualificazione delle periferie.
Occorre ridefinire il ruolo dell’Ente Locale come cabina di regia nel coordinare gli interventi e le azioni di governo . In questo momento è fondamentale l’azione integrata tra pubblico e privato ( sociale, industriale, sindacale) sia nella politica della casa, del lavoro e della scuola, per citare tre temi che sono fondanti per la nostra proposta. Una visione di governo della città che interviene non solo in base a spot sensazionali (o elettorali ) bensi con un piano organico e concertato del territorio , che tenga conto sia dei bisogni della cittadinanza che di uno sviluppo sostenibile ( e qui è necessario un ripensamento sugli spazi, un nuovo PGT che non sia copia incolla dei precedenti).
Il nostro obiettivo di rendere Busto una città dove tutti possono sentirsi “cittadini” e possano dare il meglio di sé e, attraverso il senso di appartenenza, anche capire l’importanza del rispetto del territorio e dell’ambiente in cui si vive. Quindi l’inclusione e l’integrazione dei tanti cittadini stranieri che hanno trovato accoglienza in città, anche e non solo per motivi di lavoro, non deve essere un mero slogan ma una prassi di governo.
I giovani sono stati la categoria più penalizzata dalla pandemia. Che ruolo avranno nel vostro programma?
Una città vive e si sviluppa solo guaradando al futuro e alle generazioni che verranno. I giovani (ma anche i bambini e le neo famiglie) hanno un ruolo fondamentale nel progetto di LSC. Prima di tutto occorre rivedere e garantire il diritto allo studio a tutte le fasce di età e di condizioni economiche, eliminando le criticità e il vuoto di interventi che purtroppo questa pandemia ha messo ben in evidenza. Per gli studenti chiaramente si parla di ripotenziare il discorso del Polo Universitario (occasione persa in passato) che tenga conto di riprendere le iniziative di corsi specialistici legati alle tecnologie e alle nuove professionalità e rinsaldare il legame tra mondo della scuola e mondo del lavoro , perché una scuola sostenibile deve essere basata sia sull’apprendimento di saperi ma anche nel saper fare.
Soprattutto abbiamo bisogno che nella nostra zona ci siano efficaci offerte formative che permettano di formare individui preparati alle nuove sfide tecnologiche e ci riferiamo anche all’ incentivazione di startup ma anche una collaborazione stretta con il mondo dell’ industria.
Inoltre oltre all’istruzione formale la prospettiva è di potenziare quello che possiamo definire “istruzione informale” e cioè creare gli spazi fisici ( oltre la biblioteca) come occasioni di incontro , di approfondimento culturale e anche di studio dove possano trovare collocamento non solo i bambini ma anche i giovani, gli studenti ma anche gli adulti, e ci rivolgiamo ai giovani che sono adulti ma anche lavoratori, che hanno bisogno di spazi sia di culturali che di tempo libero. E’ importante rivolgersi anche alle famiglie a cui come abbiamo visto durante la pandemia sono mancati i supporti e sostegni a partire in primo luogo dalla scuola.
Ritornando al punto precendente è importante per i giovani creare luoghi dove “fare cultura” e non solo spazi di non luogo (e qui intendiamo i multisala, le discoteche), la nostra proposta è di creare spazi di incontro, quale i centri sportivi e ricreativi polivalenti per il tempo libero, partendo dal’esistente, con un’ottica meno privatistica.
Rivedere il trasporto urbano con mezzi più efficienti ( sia con l’uso dell’elettrico che potenziando le linee di collegamento , ancora legate ad un’immagine della città esclusivamente centripeta), tenendo conto dell’alto tasso di il pendolarismo delle giovani generazioni.
L’Ente Locale e LSC , che si pone come forza di governo, deve ritenere prioritario l’intervento verso i giovani che sono gli attuali e futuri cittadini in modo che la loro voce sia ascoltata, attraverso la creazione di una consulta giovanile permanente e analizzare tutte le proposte e quanto il territorio già offre e che può essere valorizzato come ad esempio la riconversione delle stazioni cittadine come centri socio culturali, aperti anche a diverse fasce generazionali (senza spacciare il progetto come grande rigenerazione urbana) in modo che le diverse realtà possano dare voce ai loro bisogni ma anche alle loro potenzialità.
Purtroppo fin ora poco o nulla si è fatto , il risultato è che Busto non ha spazi, al di fuori degli ambienti parrocchiali, dove fare e ascoltare musica, potersi esprimere, scambiare idee opinioni, poter crescere in modo sano….. dopo di che non possiamo scandalizzarci se Busto è divenuta una piazza dello spaccio, della microcriminalità, delle bande rivali.
Si moltiplicano le iniziative per una città più sostenibile . Quali sono le principali problematiche ambientali della città secondo voi?
Importantissimo il problema dell’inceneritore. In più di un’occasione LSC ha espresso il proprio no categorico e si batterà in ogni modo per bloccare la nuova società ( ci riferiamo alla Newco con Amga e Accam) . Bisogna battersi per una riconversione ecologica e non solo una riconversione dei profitti.
Sicuramente la situazione è drammatica ma bisogna battersi in ogni modo, con il coinvolgimento critico della cittadinanza, sia attraverso l’opposizione, per bloccare una scelta a dir poco scellerata, che con un cambio di rotta del Piano di Governo del territorio, che significa una rigenerazione urbana dell’esistente, un minor consumo del suolo e il potenziamento ( anche attraverso sussidi e sgravi) dell’uso di energie alternative sostenibili, non come come sta facendo attualmente il Comune tramite Agesp .
Una qualità dell’ambiente è una città con più verde. Occorre ripensare alla destinazione d’uso dei pochi terreni non ancora usurpati o in attesa di edificazione, degli edifici e delle fabbriche abbandonate per un ampliamento del verde e una riqualificazione delle periferie , anche attraverso azioni concrete quali un’edilizia econopmica covenzionata, la creazione di servizi a misura del cittadino e una “mobiltà dolce” con piste ciclabili e i sostegno di iniziative spontanee quali gli orti urbani e di quartiere. Il modello a cui ci si ispira è quello della “New Bauhaus”.
E’ necessaria riprogettare la viabilità, che da una parte consenta un collegamento veloce della città col territorio extraurbano e che permetta anche uno sviluppo sostenibile delle attività produttive (dove è finito il progetto dell’asse del Sempione? In un bicchiere di pop corn della erigenda multisala, forse), mentre la zona industriale di Sacconago vede lo spopolarsi delle aziende perchè priva di collegamenti utili con le grandi vie di comunicazione e in continuità con Malpensa e i canali ferroviari (Busto città delle opere incompiute), ma occorre anche pensare ad un ambiente dove camminare, andare in bicicletta o avere una disabilità non sia più un problema.
Una città sostenibile crea momenti di socialità e, quindi, perchè non allargare l’area pedonale del centro, mettendo a disposizioni i parcheggi attuali (tristemente vuoti e non occorre quindi costruirne degli altri), rendendoli più accessibili in termini di costi (e anche qui Agesp batte cassa) e potenziando le attività esistenti , il piccolo artigianato e prolungando le concessioni di suolo pubblico alle attività commerciali in modo gratuito o a prezzo calmierato.
4)PNRR e sogni nel cassetto. Un’opera che vorreste realizzare per l città con i fondi europei?
Negli incontri che stiamo programmando nei quartieri ci siamo accorti che Busto è un città senza piazze, ad esclusione del centro storico. Piazza significa anche incontro, socialità ma anche servizi e quindi sarà primario, con i fondi destinati alla città, rendere i servizi più accessibili ai cittadini, sia con una maggiore efficienza della pubblica amministrazione attraverso sportelli in ogni quartiere, col potenziamento dei servizi prioritari quali quelli degli uffici postali e soprattutto delle tanto auspicate “case della salute”. Ma anche spazi dove fare “cultura”. E soprattutto occorre ricreare le piazze e gli spazi urbani in ogni quartiere. Questo è quello che intende La Sinistra Chiara per rigenerazione urbana, anzichè creare nuovi mostri sul modello di Gardaland.
Il nostro sogno non è certo quello dell’ospedale unico ma il ripristino dell’attuale nosocomio, ripotenziando le specialità e i servizi (anziché smantellarli) e sostenendo la medicina territoriale, sia la medicina di base ma anche i servizi sul territorio, specialmente quelli a favore delle fasce più deboli, che questa pandemia ha messo in evidenza e qui i fondi del PNRR sarebbero auspicabili, anziche essere sperperati in un progetto di ospedale unico, cui in diversi momenti ci siamo soffermati.
Il sogno è che l’Ente Locale divenga di nuovo un polo di attrattività di risorse e che attraverso una reale e seria cabina di regia possa dialogare con le realta produttive e del mondo della scuola e del lavoro territoriali per fare di Busto un incubatore di nuove tecnologie e di prassi finalizzate ad un modello di sviluppo e di vita sostenibile, al passo con le esigenze che a nostro malgrado la globalizzazione richiede.
Altro obiettivo di LSC e la continuità e la collaborazione col terzo settore e il rapporto con non profit e l’associazionismo. Occorre recuperare il concetto di sussidiarietà intesa nel suo vero termine, cioè quello di collaborazione, per creare le condizioni di un proficuo raccordo già al momento dell’individuazione dei bisogni e delle linee di intervento . Occorre potenziare la capacità gestionale ed economica, ad esempio dei piani di zona. Quindi l’Ente Locale deve fungere da cabina di regia e in questo caso favorire e attrarre i finanziamenti attraverso i bandi europei ed in questo momento appunto quelli del Recovery Plan .
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