Lavoratori “in trasferta” a Cassinetta: “Riaprire Whirlpool a Napoli si può”
Una delegazione napoletana di cinque rappresentanti sindacali ha partecipato alle assemblee dei colleghi varesini. La soluzione: ridistribuzione dei volumi produttivi in netto aumento e rilancio del sito con le risorse del Pnrr
Luigi D’Antonio, Raffaele Romano, Donato Aiello, Salvatore Di Carluccio e Vittorio Del Piano sono delegati sindacali di Fim, Fiom e Uilm della fabbrica Whirlpool di Napoli, ormai chiusa da due anni. Una decisione “a sorpresa” che la multinazionale americana prese in totale contraddizione con il piano industriale, sottoscritto dalle parti sociali, che invece ne prevedeva il rilancio. Una situazione senza precedenti. Una frattura che ha messo in discussione decenni di consolidate relazioni sindacali, al punto da far pensare a un progressivo disimpegno di Whirlpool in Italia.
In questi due anni, la comunicazione tra Varese e Napoli non si è mai interrotta e il sostegno dei lavoratori di Cassinetta si è tradotto in settanta ore di sciopero. La presenza dei cinque delegati sindacali dello stabilimento di Napoli a Cassinetta di Biandronno, polo Whirlpool degli elettrodomestici da incasso, è però qualcosa in più di un semplice gesto simbolico. Dopo lo strappo fatto dalla multinazionale sul piano industriale, c’è un pensiero nemmeno troppo celato che ritorna in modo ricorrente, continuando a scavare come un tarlo nella fiducia dei lavoratori. «I nostri colleghi ci hanno dato tanta solidarietà – dice Donato Aiello delegato della Fiom – ma nei loro occhi durante le assemblee ho visto anche tanta preoccupazione. Se questa cosa è accaduta a Napoli, allora può accadere anche nelle altre fabbriche».
UNA VERTENZA TUTT’ALTRO CHE CHIUSA
La vertenza Whirlpool per il sito partenopeo è tutt’altro che chiusa. Venerdì è prevista una manifestazione sotto il ministero dello Sviluppo economico e i lavoratori chiederanno di essere convocati dal Governo per trovare una soluzione.
«Noi vogliamo rimanere nel Piano Italia nel pieno rispetto dell’accordo che prevedeva per tutti i siti Whirlpool una missione specifica» sottolinea Vittorio Del Piano della Uilm.
La soluzione, secondo i lavoratori, ci sarebbe, soprattutto in una fase come quella che stiamo attraversando, segnata da una netta ripresa del mercato degli elettrodomestici e con un notevole aumento della produzione nei siti Whirlpool, a partire proprio da Cassinetta. «Oggi con la pandemia – spiega Raffaele Romano della Fiom – Whirlpool sta esplodendo di lavoro e sta avendo una crescita di volumi esponenziale, lo abbiamo toccato con mano qui dove ci sono 800 lavoratori interinali». La fabbrica di lavatrici di Napoli potrebbe dunque assorbire una parte di quella domanda e consolidare la sua tenuta con il rientro in Italia di produzioni dalla Polonia, come previsto originariamente dal piano industriale.
«Oggi ci sono dai quattro ai cinque milioni di pezzi in più in tutto il gruppo Whirlpool a livello Italia – aggiunge Salvatore Di Carluccio della Uilm – e sulla base di questo possiamo dare lavoro a 350 persone. Noi lanciamo una sfida al governo: portate il lavoro a Napoli che a farlo ci pensiamo noi».
IL TRENO DEL PNRR
Questo è dunque un momento favorevole e forse l’ultimo treno per pensare soluzioni di rilancio per lo stabilimento di Napoli, sfruttando anche le risorse in arrivo da Bruxelles per il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). A coltivare questa speranza sono 350 famiglie, a cui si aggiunge tutto l’indotto. «In un territorio dove il lavoro scarseggia – conclude Luigi D’Antonio della Fim Cisl – Whirlpool rappresenta un presidio di legalità. Quello che chiediamo è solo il rispetto di quell’accordo. Noi siamo pronti a ripartire: Napoli non molla».
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