Tra Pierluigi Nervi e Carlo Maria Martini, Thinking Varese chiude la stagione con Giovanni Multari
Mercoledì sera online ultimo appuntamento per la rassegna di incontri con i maggiori architetti d'Italia e del mondo organizzata dall'Ordine degli Architetti di Varese

Ultimo appuntamento della stagione per Thinking Varese, la rassegna di incontri con i maggiori architetti d’Italia e del mondo organizzata dall’Ordine degli Architetti di Varese.
Quello di ieri però non è stato un addio, ma un convinto arrivederci: «Siamo a fine ciclo e anche a fine mandato: sono perciò doverosi i ringraziamenti a tutto il team dell’Ordine che ha permesso Thinking Varese in questo anno difficile, oltre a Comune Provincia, Fai e gli ordini professionali tecnici che hanno sostenuto l’iniziativa – ha sottolineato Elena Brusa Pasquè, presidente dell’Ordine degli architetti di Varese – La risposta da parte di tutti voi, che avete seguito in tanti i nostri incontri, è stata importante: speriamo perciò di riprendere presto tanti altri nuovi progetti, magari di nuovo a villa Panza»
L’ultimo Thinking Varese della stagione, come ha sottolineato la moderatrice dell’incontro architetto Angela Baila, ha riepilogato in sintesi molti degli argomenti trattati in questo ciclo di incontri: dall’importanza del restauro del moderno alla riqualificazione di edifici dismessi, dall’importanza funzionale dell’estetica alla “filosofia morale” che possono esprimere gli architetti.
A farlo è stato Giovanni Mùltari, cofondatore dello Studio corvino+multari che ha sede a Napoli e uffici a Milano, ma soprattutto una storia quasi trentennale, con progetti di importanza internazionale.

Il primo di essi è un restauro conservativo importante, di cui questa stagione di Thinking ha già parlato più volte: quello del grattacielo Pirelli, colpito da un aereo nei primi anni duemila, che – con una decisone non scontata ma provvidenziale – la regione ha deciso di far ristrutturare e non solo “rattoppare” nel piano ferito. Con Multari i partecipanti hanno potuto entrare anche all’interno dell’edificio, scomprendo le soluzioni di restauro anche degli interni e dei pavimenti, tutti di una modernità straordinaria ancora ora. «Avere la possibilità di restaurare il grattacielo Pirelli è stata esperienza bellissima, che ci ha permesso di conoscere tanto su questa costruzione, un’architettura ancora giovane perchè essenziale, moderna e schietta – ha commentato Multari – Più che in un cantiere, noi siamo entrati in un master».

Nell’ultimo webinar della stagione si è parlato anche di forma dell’architettura, partendo dallo studio del nuovo complesso parrocchiale Madonna delle Grazie a Dresano, in provincia di Lodi, completato alla fine del 2017: una forma che ha preso ispirazione da un abbraccio, cosi come raffigurato in un disegno di una madonna con bambino, e tratto forza dalle parole di un grande della Chiesa di Milano.
«Se il nostro mantra sul grattacielo Pirelli erano le parole di Pierluigi Nervi – ha spiegato Multari – Qui d’ispirazione è stata una bella lettera del cardinale Carlo Maria Martini: “Chi progetta una chiesa dovrebbe innanzitutto ricordare che essa è un edificio in cui una grande assemblea ha diritto di trovarsi a suo agio. Tra le prime necessità segnalo dunque quella del respiro: chi non respira a proprio agio fa afatica a pregare con raccoglimento. Nelle chiese antiche l’altezza e le dimensioni vaste provvedevano spontaneamente a questo primario bisogno…”»

L’ultimo argomento è stato il recupero dell’esistente: qui Multari ha presentato il progetto “Mantova Hub” riflessione strategica sulla natura dello spazio tra la città di Mantova e l’acqua del Lago Inferiore, nella riqualificazione sostenibile di un sistema di spazi sottoutilizzati all’interno della città.
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