Comitato cittadini sul nuovo ospedale unico: “Estendere il dibattito”
La presa di posizione del Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto in merito alla realizzazione dell'ospedale unico
La presa di posizione del Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto in merito alla realizzazione dell’ospedale unico. «Un’immagine 3D del nuovo ospedale ci sarà solo dopo la firma dell’Accordo di Programma. Lo ha affermato il direttore generale dell’ASST Valle Olona, dott. Eugenio Porfido, nel corso della commissione congiunta Busto-Gallarate del 7 luglio. D’altra parte Porfido ha ammesso che l’area prescelta (a Beata Giuliana) non offre possibilità di futura espansione, ragion per cui si è pensato, nel “preliminare alla progettazione” redatto dall’ASST, a spazi altamente flessibili – si legge nella lettera -. Nessuno ha chiarito, invece, che l’Accordo di Programma, per come è stato prefigurato nel gennaio di due anni fa (DGR XI/1166 del 21/01/2019), dovrà contenere le varianti dei piani urbanistici di Busto Arsizio e Gallarate, con relativa Valutazione Ambientale Strategica (VAS), in relazione all’area di Beata Giuliana e ai sedimi degli ospedali esistenti».
«L’assurdità della prospettiva è evidente a chiunque – prosegue la lettera -: come si può pensare di procedere a varianti urbanistiche di tale importanza, che certamente non si fanno in un mese, prima di verificare se un nuovo ospedale, pensato secondo i più attuali e migliori indirizzi dell’architettura sanitaria, possa trovare spazio nell’area prescelta? Risultato: la tanto osannata “eccellenza” del nuovo ospedale, se mai si farà, sarà amputata in origine dalla necessità di adattarne la forma architettonica ai vincoli posti dall’area che dovrebbe ospitarlo, vanificando l’obiettivo di garantire spazi e relazioni tra gli spazi ottimali, tanto caro a chi nemmeno vuole prendere in considerazione l’alternativa della sistemazione / ampliamento degli ospedali esistenti».
«Non abbiamo ancora notizia, invece, della chiara e completa indicazione degli step che potrebbero portare alla costruzione del nuovo ospedale, richiesta dai sindaci a Regione Lombardia al termine della commissione del 7 luglio. Viene da chiedersi: dove sono stati i sindaci di Busto Arsizio e di Gallarate dal gennaio 2019 ad oggi? Sanno di essere componenti del “comitato dell’accordo”, responsabile di definire, con il supporto dalla “segreteria tecnica”, composta da funzionari nominati da loro stessi e dagli altri enti interessati, il testo dell’accordo? Perché non hanno avuto esigenza, fino ad oggi, di capire quali passi andavano compiuti? Sono state fatte in questi due anni e mezzo riunioni del “comitato dell’accordo” e della “segreteria tecnica”? Con quali esiti? Oppure sono stati fatti solo incontri informali?»
«Da parte nostra, riteniamo che lo studio di fattibilità, che deve prendere in considerazione tutte le possibili alternative, compresa la risistemazione/ampliamento degli ospedali esistenti e le possibili localizzazioni di un eventuale nuovo ospedale, debba precedere la sottoscrizione dell’Accordo di Programma ed essere sottoposto al dibattito pubblico, percorso partecipativo garantito dalla figura del “coordinatore”, soggetto super partes esperto di gestione di processi partecipativi, di conflitti, di programmazione e di pianificazione. Nel dibattito pubblico va coinvolta la cittadinanza non solo dei comuni di Busto Arsizio e di Gallarate, ma dell’intera ASST Valle Olona, in quanto l’eventuale unificazione dei due ospedali avrebbe ricadute su tutto il comprensorio. Le decisioni sulle strutture ospedaliere devono essere assunte in un’ottica sistemica, tenendo conto quindi della necessaria riprogettazione della medicina di prossimità, per la quale sono disponibili i fondi PNRR, e delle relazioni tra ospedali e territorio, con l’unico fine di garantire a tutta la popolazione prevenzione, controllo e cure sanitarie in strutture pubbliche. In altro modo, come già sopra evidenziato, si procederebbe a varianti di piani urbanistici “al buio” e non sarebbero rispettati i requisiti che la stessa legge regionale richiede per l’Accordo di Programma: piano degli interventi e delle opere, piano economico-finanziario».
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