Con la ripresa nel 2021 aumentano le dimissioni

Nei primi 10 mesi dell’anno sono state rilevate 777.000 cessazioni volontarie di rapporti di lavoro a tempo indeterminato, 40.000 in più rispetto a due anni prima

disoccupazione occupazione giovanile

Secondo il rapporto congiunto del ministero del Lavoro e della Banca d’Italia “Il mercato del lavoro: dati e analisi”, nei primi dieci mesi del 2021 c’è stato un aumento delle dimissioni che nella seconda metà dell’anno superano i livelli registrati nel 2020. Il rapporto dedica a questo fenomeno una riflessione approfondita per individuare le cause.

LE CONDIZIONI DI LAVORO

L’analisi degli esperti parte dalle condizioni mutate dell’offerta e della domanda di lavoro. «I lavoratori dipendenti – scrivono nel rapporto – potrebbero essere meno disponibili a lavorare alle condizioni prevalenti, anche per ridurre il rischio di contagio in una fase di progressivo ridimensionamento del ricorso al lavoro in remoto. Dall’altra è possibile che, grazie alla ripresa della domanda di lavoro, un numero crescente di persone occupate lasci la propria occupazione stabile per un’altra. In questo secondo caso le dimissioni da un lavoro a tempo indeterminato e le assunzioni, anch’esse a tempo indeterminato, dovrebbero registrare andamenti simili».

Il numero delle dimissioni è diminuito significativamente all’insorgenza della pandemia, ma dalla primavera del 2021 è risalito, assestandosi su valori lievemente superiori a quelli del 2019. Nei primi 10 mesi dell’anno sono state rilevate 777.000 cessazioni volontarie di rapporti di lavoro a tempo indeterminato, 40.000 in più rispetto a due anni prima. Il 90 per cento dell’incremento complessivo osservato è ascrivibile all’industria (36.000 dimissioni in più); nei servizi la crescita delle dimissioni, più contenuta, si è fortemente indebolita dalla fine dell’estate.  L’eterogeneità settoriale si riflette anche in quella geografica: nel 2021 le separazioni volontarie sono aumentate nel Centro Nord; nel Mezzogiorno invece sono rimaste stazionarie.

Complessivamente la dinamica delle dimissioni appare strettamente associata a quella della domanda di lavoro a tempo indeterminato, anche perché concentrata nei settori e nelle aree che dalla primavera del 2021 hanno maggiormente beneficiato della ripresa delle attivazioni di nuove posizioni di lavoro permanente.

Per verificare ulteriormente l’ipotesi che le dimissioni possano essere in buona parte connesse con transizioni da un lavoro permanente a un altro, il rapporto riporta una stima della correlazione tra le due serie. Dalla fine del 2018 questo indicatore è significativamente aumentato, con un picco proprio durante la pandemia; nel 2021 si è assestato su livelli storicamente elevati, suggerendo che in un contesto di forte incertezza i lavoratori, più spesso che in passato, hanno verosimilmente rassegnato le dimissioni solo a fronte della prospettiva di un nuovo impiego.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 26 Novembre 2021
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.