Inquinamento e Covid: secondo l’assessore Cattaneo la correlazione non è ancora stata dimostrata

L'assessore prima elenca i risultati raggiunti negli ultimi 10 anni sulla qualità dell'aria poi elenca alcuni elementi che rendono ancora prematuro stabilire una connessione tra le due situazioni

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RISULTATI ALTALENANTI NEGLI STUDI SULLA CORRELAZIONE TRA INQUINAMENTO E COVID

«Da quando, ormai due anni fa è, si è scatenata la pandemia da Sars-CoV-2 (COVID 19) si sono susseguiti molteplici studi che hanno indagato una supposta correlazione tra livelli di inquinamento dell’aria, in particolare da polveri sottili (PM10 e PM2,5) e ossidi di azoto (NO e NO2), e diffusione dell’infezione. Le conclusioni di questi studi hanno avuto un andamento altalenante tra chi ha sostenuto una relazione causa effetto tra alti livelli di inquinamento e maggior diffusione della pandemia e chi al contrario ha sostenuto come tale correlazione fosse “molto incerta” (questa ad esempio è una definizione usata dall’ISS)». Lo afferma l’assessore all’Ambiente e clima di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo, commentando lo studio realizzato dal Centro di Epidemiologia e Medicina Preventiva dell’Università dell’Insubria.

LA QUALITA’ DELL’ARIA IN PROVINCIA DI VARESE E’ NETTAMENTE MIGLIORE

«Naturalmente Regione Lombardia – dice l’assessore Cattaneo – segue con grande attenzione tutti gli studi che sulla base di solide analisi scientifiche forniscono elementi di conoscenza ulteriore su tale correlazione. A tale riguardo vale comunque la pena di ricordare che la qualità dell’aria in Lombardia è in continuo e progressivo miglioramento. Per la provincia di Varese la media del Pm2.5 nel 2021 è stato 17 µg/m³, mentre nel 2009 era 28 µg/m³ (con limite 25 µg/m³), con una riduzione del 41%. I valori medi annuali per il Pm10, Pm2.5 e No2 si sono ridotti nella provincia di Varese negli ultimi 10 anni del 38% per il Pm2.5, del 36% per il Pm10 e del 44% per No2. E in Lombardia del 31% per il Pm2.5, del 25% per il Pm10 e del 35% per No2».

«Ciò significa – aggiunge l’assessore – che se fosse confermata la correlazione di un aumento del 5% di infezioni (Studio dell’Università dll’Insubria) e di 9% di mortalità per ogni microgrammo/m3 di PM2,5 (studio dell’epidemiologo americano Eric Coker con i ricercatori della «Cattolica»), la stessa pandemia 10 anni fa avrebbe prodotto un incremento di circa il doppio della mortalità e di una volta e mezza dei contagi. Da questo punto di vista non possiamo che apprezzare gli sforzi fatti da Regione Lombardia per migliorare la qualità dell’aria».

«Guardando sempre ai dati del Pm 2.5 – spiega Cattaneo – una delle province più colpite durante la prima ondata, Bergamo, non era certo la provincia con i dati peggiori per la qualità dell’aria. Al contrario ha fatto registrare in quell’anno i miglioramenti più significativi e i valori tra i più bassi per il Pm2.5».

NON E’ SUFFICIENTE STABILIRE UN NESSO CAUSA-EFFETTO

«Inoltre, l’eventuale esistenza di una correlazione statistica – aggiunge l’assessore all’Ambiente e clima- anche forte di per sé non è sufficiente a stabilire un nesso di causa-effetto. Ad esempio, il sito satirico www.venganza.org evidenzia una correlazione molto forte tra riscaldamento globale e diminuzione della pirateria, ma a nessuno verrebbe in mente di aumentare il numero di pirati per contrastare i cambiamenti climatici! Analogamente è stata riscontrata una fortissima correlazione tra vendite di cibo biologico e casi di autismo (in USA addirittura correlazione del 99,7%), ma credo che sia difficile dedurne che i cibi biologici siano la causa principale della diffusione dell’autismo».

LA SCIENZA DICA CON CERTEZZA CHE RUOLO HA AVUTO L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO

«Per questo – conclude Cattaneo – attendiamo che la scienza ci dica con certezza se esiste effettivamente una relazione causa effetto tra inquinamento dell’aria e Covid19 e su quali basi. Anche Regione Lombardia, tramite Arpa è impegnata nell’approfondire la relazione tra Covid ed inquinamento, con 2 progetti PULVIRUS https://www.pulvirus.it/ e EPICOVAIR che, tra le altre cose, cercano di capire rispettivamente se l’inquinamento atmosferico ha un effetto sulla diffusione della pandemia e, in tal caso, se ha un effetto di carrier del virus o di booster».

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Pubblicato il 11 Gennaio 2022
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